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Le pagelle dei “somari” #giustappunto

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di Vittorio Lussana

Pietro Senaldi, condirettore di Libero, in questi giorni ha pubblicato una sua pagella dei politici italiani. A dire il vero, anche Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, ha voluto esprimere un parere sui leader europei: dev’essere una tendenza che sta andando di moda.

Sia come sia, la classifica proposta dall’ex presidente russo appare alquanto nostalgica: Berlusconi era meglio di Draghi; e la Merkel era meglio di Scholz, l’attuale premier socialdemocratico tedesco. Per la serie: era meglio quando si stava peggio. Un presupposto banale, che tradisce i primi segnali d’invecchiamento precoce. Potrebbe anche aver ragione, sia chiaro. Ma secondo noi è ancora troppo presto per tirare certe somme: di solito, la Storia si muove con altri tempi e in ben altro modo.

Tornando a Senaldi, egli ha dato 7 a Renzi e 10 a Salvini in base a due presupposti praticamente identici: sono stati attaccati da tutti; hanno ambedue combattuto la battaglia referendaria sulla giustizia. Quindi, secondo Senaldi, il fatto che siano entrambi caduti nel tranello della nebulosa qualunquista non abbassa i loro voti, bensì li alza. E che il passaggio referendario sia stata una sconfitta, merita l’onore delle armi per motivi di reducismo. Ma allora, perché 7 a Renzi e 10 a Salvini? Non è dato sapere.

In seguito, Senaldi rilascia un bel 10, per meriti storici, anche a Silvio Berlusconi, che da un po’ di tempo in qua viene rivalutato da più parti. Evidentemente, il fatto che persino lui risulti meglio di Salvini e della Meloni non dice nulla. Inoltre, tra i vari meriti dell’ex premier, Senaldi elenca anche il Monza in serie A: cosa caspita c’entri questo fatto sportivo con un giudizio politico lo sa soltanto lui. E’ vero: nel calcio, il Berluska è bravissimo, per carità d’Iddio. Ma ciò può anche voler dire che fosse quello il settore di cui doveva continuare a occuparsi.

Diamo anche noi un voto a Senaldi, a questo punto. E gli diamo un bell’1. Ovvero: un 10 senza lo zero. La stessa, identica, valutazione che meriterebbe proprio Matteo Salvini, che dai tempi del Papeete non ne azzecca più una neanche per sbaglio. Evidentemente, un mohito più rivelarsi assai più pericoloso di uno spinello alla marijuana. E, soprattutto, del vaccino anti-Covid.

A proposito di vaccini: proprio in questi giorni, i No vax stanno accusando il nostro sistema sanitario e il ministro della Salute, Roberto Speranza, di aver somministrato alla popolazione dei vaccini che durano poco e che bisogna richiamare, come nel caso dell’antitetanica. E’ vero: i vaccini anti-Covid durano 6 mesi, pur mantenendo una loro memoria cellulare che, quanto meno, non manda la gente al cimitero, se non nei casi di pazienti fragili o con patologie pregresse. Ma questa cosa, i No vax la scoprono solamente oggi, dopo aver passato due anni a ipotizzare i peggiori complotti da parte di Big Pharma o di altre “forze oscure”. Tutta fatica sprecata: sono io l’unica “forza oscura” che c’è in campo. Non ce ne sono altre, in circolazione. E se così non fosse, ve lo direi.

Insomma, almeno una i No vax potevano anche azzeccarla, no? Niente da fare: anche sul dato dell’affievolimento vaccinale, le fonti principali sono le grandi agenzie farmaceutiche. L’Ema, in particolare, che è quella europea. Ma non sia mai si debba ammettere che un’autority della Ue abbia dei meriti: siamo matti? L’Europa è colpevole di tutto. Soprattutto, di esistere.

Per la serie: l’opportunismo innanzitutto, condito da una subcultura tendente a dissociare la materia dallo spirito. Altro effetto collaterale dei vaccini, ovviamente, i quali distruggono la ghiandola pineale rendendo tutto quanto meccanico, privo di sentimenti: la medesima distinzione che faceva Andy Warhol tra erotismo e pornografia. Anche questa, in verità, è una questione vecchia come il cucco, che Sigmund Freud definì “dissociazione”, mentre Karl Marx si limitò a parlare di “alienazione”. E il Covid, a quei tempi, neanche esisteva. Così come non c’erano la maggior parte dei vaccini, a parte quello contro il vaiolo messo a punto da Edward Jenner nel 1796.

In conclusione, in Italia abbiamo una destra che andrebbe abolita per legge, poiché composta soprattutto da “somari”, a parte qualche rara eccezione. E persino la pizza, ormai, si lascia scappare che “Briatore ha rotto il cxxxo…”.

 

(24 giugno 2022)

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