di Giovanna Di Rosa #Mes twitter@gaiaitaliacom #Maiconsalvini
Insomma questa questione del MES è diventata il ring sul quale i muscoli della Lega si esercitano a suon delle solite balle, intendiamoci, non è che siano cambiati i metodi. E’ solo cambiato l’argomento. Ed è cambiato il partner. Che non è più un insignificante ometto messo lì da un Grillo per poterlo controllare meglio, ma è una battagliera bionda che si fa selfie dal palco – cuanto je piace a la destra de farse er serfie – di rosso vestita e col biondo fluente. Lo confesso, la mia è anche invidia. Perché non sarà mai così bionda e nemmeno mai capace di spararle così grosse.
L’ex vice-presidente del Consiglio e ministro dell’Interno quando di Mes si iniziò a parlare, stava già come stava e, per essere precisi, sta dove sta dal 1996, proprio come Giorgia Meloni che è tutta un’odio contro la legge Fornero, ma quando anche lei la votò stava già lì. E gridava assai meno di oggi. Ma grida, è noto, chi ha qualcosa da nascondere o da far dimenticare. Salvini dal canto suo continua a ripetere, e nessuno lo fa stare zitti in maniera convincente, che il MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità è un organismo privato. Ma il MES non è un organismo privato e Salvini lo sa bene essendo l’ex vicepremier del Governo uno dei partecipanti alla trattativa per riformarlo. Che ora sostenga di non averne mai saputo nulla fa parte dello stesso gioco che gli fa affermare, senza contraddittorio, che “la riforma metterebbe in mano a un organismo privato la possibilità di decidere a chi dare e a chi togliere i soldi”. Ma le cose non stanno così. Ed è proprio Salvini quello che dovrebbe saperlo meglio.
Il MES, lo scrivono numerosi quotidiani, basterebbe leggerli, funziona così: ogni Stato membro versa del capitale in base ad una quota. L’Italia con il 17% delle quote del Fondo è il terzo paese dopo Germania, che ne detiene il 26%, e Francia che ne detiene il 20%. Queste non sono informazioni segrete o nascoste: sono pubbliche. Ad approvare i prestiti è un organismo chiamato Board of Governos (Consiglio dei Governatori) composto dai Ministri delle Finanze dell’Euroozona. Quando Salvini era viceministro dell’iNterno, nel pre-Papeete diciamo, era componente del board il ministro Giovanni Tria mentre oggi c’è Roberto Gualtieri. Il Consiglio dei Governatori è presieduto dal presidente dell’Eurogruppo, al momento il ministro delle Finanze del Portogallo Mário Centeno. Il gabinetto esecutivo, Board of Directors è composto dai 19 direttori indicati dai Governatori (ovvero i ministri delle Finanze di ciascun paese).
E’ evidente da queste poche informazioni pubblicate anche da Next Quotidiano, che spacciare il MES per organismo privato è una balla colossale visto che è finanziato con soldi pubblici, governato e gestito da persone indicate dai governi nazionali che a loro volta controllano gli uomini che vengono al governo. A meno che la definizioni di organismo privato data da Salvini non abbia a che vedere con la concezione privata dell’uomo che si suicidò al Papeete, e rispetto a questa eventuale convinzione – che ci guardiamo bene dallo spacciare per vera – c’è davvero poco che noi si possa dire. O fare.
Il gioco del Conte 2 che non avrebbe informato il Conte 1 delle decisioni sul MES e l’ennesimo grido al complotto ai danni degli Italiani servono a questa destra cialtrona a coprire il nulla programmatico della quale è fatta e a coprire il can can silenzioso, ma innegabile perché le foto parlano per loro, delle manfiestazioni delle Sardine che ricordano a Salvini ed alla sua bionda e temeraria partner, che c’è un’altra Italia che non starà zitta più. così a loro non rimane che raccontarla come gli pare, come sempre hanno fatto, arrivando addirittura a sostenere il contrario di ciò che sta scritto nei documenti del servizio studi del Senato. Salvini dice altro. E dice sempre altro. Da quei documenti però risulta che il Parlamento veniva costantemente informato delle modifiche al trattato che istituiva il MES apportate dall’Eurogruppo il 14 giugno 2019. Che è ciò che il presidente Conte ha detto il 2 dicembre.
Sono sempre loro, i salvatori della patria, che vogliono salvare l’Italia dai loro stessi disastri, inventandosi nuovi e inesistenti disastri.
(2 dicembre 2019)
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