di
Giancarlo Grassi #Lopinione
La
svolta di
Salvini è qualcosa di più di una
svolta. E praticamente un miracolo dell’
opportunismo più bieco. La sua
Lega, quella filo-Putin, quella dei 49 milioni di cui non si sa nulla, quella delle indagini, è diventata addirittura una sostenitrice del
Recovery Fund, così convinta da avere addirittura votato a favore a Bruxelles.
Salvini con l’ex Sindaca di Vercelli arrestata con l’accusa di peculato nel gennaio scorso
Pensate che ci sia sotto qualcosa? Forse una poltrona per
Giorgetti, ma soprattutto la ricostruzione dell’
imene di Matteo Salvini ad uso
io non sono fasciorazzista è che mi disegnano così, e a quel punto – essendo la Lega una religione più che un partito – il sacrificio dell’
On. Meloni che
ha deciso di rimanere all’opposizione perché vuol bene all’Italia [sic] sarà servito a ben poco. Soprattutto non sarà servito a lei. Che è politicamente, per chi ha a cuore la democrazia, un’eccellente notizia.
Qual’è il gioco? Portare denari alle regioni industriali, quelle degli industrialotti dal dialetto facile, la cultura becera e la Lega nel portafogli, che hanno scelto di
votarsi a
Salvini e alle quali regioni, nel senso di elettori, l’incapacità della
amministrazioni imposte da Salvini,
che si occupano solo di razzismi e discriminazioni,
hanno sfrancicato le gonadi. Toccherà riempirli di denari leciti per farli stare buoni, per far ripartire l’economia e per salvare la poltrona di segretario e senatore di
Salvini (non siete obbligati a leggere nell’ordine in cui abbiamo scritto).
La sensazione è che
Salvini, per puro calcolo elettorale, furbo, ma non abbastanza e staremo a vedere l’evolversi della situazione, in questo momento potrebbe votare qualsiasi cosa pur di essere dentro la partita della
genuflessione a
Draghi. Ma
Draghi è tutto fuorché uno sprovveduto. Se ne accorgeranno.
(10 febbraio 2021)
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