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HomeNotizieCome se fosse una cosa seriaLuigi Di Maio, le elezioni e certa stampa che delira di "parricidio"

Luigi Di Maio, le elezioni e certa stampa che delira di “parricidio”

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di Daniele Santi #Politica twitter@gaiaitaliacom #parricidio

 

 

Saltimbanchi. Ecco la prima cosa che mi viene da dire. pensare, scrivere – ammesso che ci sia coerenza tra le tre parole nel mio delirio – quando leggo di parricidio, passo di lato, garanti, e via parolando, da una stampa delirante che non sa più da che parte stare per non perdere lettori e che ha lasciato di lato il giornalismo per rincorrere la gente in ogni direzione (politica).

Non si spiega se non col delirio il lungo discorso affrontato qualche giorno fa sul nuovo capo politico del M5S Luigino Di Maio già steward del San Paolo ora assurto a livello di divinità il quale parlando dell’ora garante del M5S Beppe Grillo ne parlava come fanno certi figli ingrati con padre che hanno ucciso e verso il quale provano soltanto ripudio ed indifferenza. La gratitudine non è di questa terra e la possiedono soltanto gli animali, che sono tanto migliori di noi esseri umani, e non stupisce che Luigi Di Maio dovendo brillare nel momento storico che lo deve vedere trionfatore delle elezioni 2018 non pensi ed agisca da uomo che non deve chiedere mai e concordi con chi comanda sul serio – che è sempre Beppe Grillo – l’ennesima sceneggiata per fingere che il suo partito, non più movimento, sia una cosa che non è. E lo sappiamo tutti. Loro per primi.

Stupisce di più, ma nemmeno tanto, che la stampa nazionale – quella serissima, quella in confronto alla quale noi siamo degli inutili cialtroni – prenda sul serio un simile maldestro canovaccio che nessun commediante dell’arte per quanto alle prima armi, si sognerebbe mai di prendere in considerazione, e lo venda al suo pubblico di lettori come uno dei fatti pregnanti della settimana politica trovando un titolo ad hoc che dovrebbe far colpo: “Parricidio”. Perché in questo paese di cialtroni tutti si sentono padri nobili ed hanno nel loro curriculum la favolosa carriera che culmina nell’essere garanti. Garanti di cosa? Di conti in banca di partiti? Della provata onestà [sic] di altri? Dell’incapacità degli esponenti politici che vengono pescati tra chi ha più followers quando non tra coloro che lo vanno a mendicare nelle segreterie di partito abbassandosi i calzoni e dicendo fate di me ciò che volete?

La stampa nazionale – quella serissima, quella in confronto alla quale noi siamo degli inutili cialtroni – monta casi utili soltanto a lei stessa e mentre scrive, come nel caso dei garanti di cui sopra, sa che tutto ciò di cui sta ciarlando non esiste perché il M5S sta orchestrando tutto ciò che sta orchestrando perché ci sono cause che volano nelle procure per questioni di associati a tre associazioni i cui nomi e dati sensibili sono stati allegramente passati da un data base all’altro come se non esistessero leggi. Sanno benissimo, quei signori della stampa là, che subito dopo l’elezione e nel non improbabile e fausto caso che Luigi Di Maio non arrivi dove vuole (il potere è tutto ciò che vuole), l’ex webmaster tornerà da dove è venuto e Beppe Grillo, con o senza Casaleggio, riprenderà le redini della sua demenziale creatura per continuare a farla vivere, magari sotto altra forma, delle sue demenziali affermazioni utili ad incassare coi click sui banner.

Se poi per quelli che son bravi a scrivere, e non per noi che siam dementi, vale la pena di parlare di garanti e parricidi per descrivere una cosa che non esiste nei termini in cui viene descritta, per ragioni che sono altrettanto note e che non staremo a ricordare qui, va benissimo. Ma non si definiscano operatori dell’informazione, si definiscano saltimbanchi.

 




 

(26 gennaio 2018)

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