
di Paolo M. Minciotti
Ricorderanno i nostri lettori la storia delle registrazione dei matrimoni egualitari celebrati all’estero che l’allora Sindaco di Milano Pisapia ed il Sindaco di Udine, avevano deciso di trascrivere e che poi, grazie all’interessamento del Ministro Alfano che aveva allertato i Prefetti, avevano visto le trascrizioni annullate con un atto che a gran parte della giurisprudenza era parso, a ragione, illegittimo. Era il 2014 e l’arrogante destra del 2% faceva sentire la sua voce tonante [sic] facendo quello che da sempre sa fare: togliere diritti e proibire.
Ebbene il ministro Alfano il 1 dicembre scorso è stato sbugiardato ancora una volta dai giudici, anzi, dal Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittime le cancellazioni perché “solo il Consiglio dei ministri, e non anche il prefetto, può esaminare la legittimità degli atti emessi dai sindaci quali ufficiali di stato civile e disporne l’annullamento, se essi risultato illegittimi”. Giustizia è quindi stata fatta dai giudici della terza sezione del Consiglio di Stato. Le due sentenze riguardano i comuni di Milano e Udine, ma riguardano sopratttutto l’incompetenza dei prefetti che hanno messo in atto le cancellazioni ubbidendo alla disposizione di Angelino Alfano senza preoccuparsi della legittimità del loro atto.
(2 dicembre 2016)
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