di Daniele Santi
Dalla faccenda tutta coeherentia et honestate delle firme falsificate a Palermo, duemila firme, firme a 5 Stelle per la presentazione delle liste a 5 Stelle del 2012 si evince che Luigi Di Maio non sa leggere le email. Oppure è fortemente miope. Anzi le sa leggere e ci vede benissimo. Anzi, gli sfuggono. Anzi le fa cercare. La faccenda la tira fuori la trasmissione televisiva Le Iene, ennesimo crogiuolo di pericolosi comunisti antigrillini, che tirano fuori un email anonima indirizzata a Luigino ex Webmaster, vicepresidente della Camera coi voti del Pd, che lo informava della falsificazione di duemila firme avvenuta a Palermo nel 2012, prima delle elezioni comunali.
Mentre nasce l’ennesima guerra con coltellate a cinque stelle sulla questione firme false sì firme false no, perché nel regno della coeherentia et honestate i colpevoli stanno sempre da un’altra parte e votano Pd, gli autori de Le Iene, scrive La Stampa, hanno ricevuto dallo stesso anonimo che scrisse a Di Maio l’email che Di Maio non lesse – perché è fin dai tempi delle email legate a Paola Muraro che sappiamo che Luigino con le email non è bravo – comunicazione che l’informazione sulle firme false del M5S a Palermo (duemila) lui a Di Maio l’aveva mandata. Lui, il vicepresidente della Camera voi voti del Pd, si schernisce e dice, “Ma non so”, quando Le Iene gli chiedono informazioni in una trasmissione del 26 settembre, poi qualche giorno dopo ammette di averla “fatta cercare” quell’email e di averla trovata, datata 12 settembre, quindi di averla inoltrata ai Carabinieri (l’Arma che lo ha sbugiardato sul suo viaggio in Israele)
Un’altra magnifica storia a 5 Stelle tutta coerenza ed onestà. E trasparenza.
(14 ottobre 2016)
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