di Il Capo
Meno male che c’è l’uomo nero. L’uomo nero in galera, l’uomo nero colpevole, l’uomo nero che attento che c’è l’uomo nero che viene a prenderti, l’uomo nero che in Africa ammazza altri uomini neri, che son incubi in meno; l’uomo nero che anche al cinema salvo rari casi è sempre antagonista e mai protagonista, l’uomo nero che ce l’ha tanto più grosso del tuo, e tu sei bianco classe dominante con l’invidia del pene e non sei neanche gay, vai giusto a trans qualche volta per toglierti lo sfizio, ma loro c’han le tette così tu sei maschio; meno male che c’è l’uomo nero in campo così la tifoseria fascista ha il capro espiatorio nel caso le cose vadano male, perché l’uomo nero c’ha la sfiga di essere più prestante fisicamente, più veloce e spesso anche più bravo, così che quando le cose vanno male gli si può gridare di tutto tanto rimane nero.
Insomma l’uomo nero è una grande fortuna per chi è bianco fuori e non si fa il maquillage didentro, basta guardare i film a sfondo religioso dove il povero cristo è bianco e biondo mentre il povero giuda scuro e moro – ricorderete il musical anni ’70, no? – proprio una grande fortuna. Finché ci sarà l’uomo nero da incolpare, noi potremo sentirci innocenti e buoni, perché il cattivo è sempre qualcun altro. Contribuiremo in questo modo ad una società dove l’uguaglianza è proprio quella cosa lì, quella che pensiamo noi. Scuserete le ardite metafore.
(28 marzo 2015)
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