di Iosonodio
Il povero Grillo è quello che è e noi che siamo il Paese che siamo, ce lo sorbiamo con le sue uscite devastanti, inutili, schifose, disgustose, irrispettose e sprezzanti semplicemente perché riusciamo a dare il 20% dei voti a chiunque gridi più degli altri, al primo guitto da due soldi che dopo avere fatto i soldi all’interno di un sistema con quel sistema se la prende perché decide che il suo futuro è la politica e che il suo futuro – è proprio dell’egopata – è strettamente legato al futuro del paese dove vive pro tempore.
La sua ultima uscita “Renzi come Lubitz, ci farà schiantare” non è uno schifo, è qalcosa di più, considerando che Beppe Grillo è stato condannato per omicidio colposo in seguito ad un incidente stradale avvenuto il 7 dicembre 1981 quando perse il controllo del suo fuoristrada mentre percorreva la strada militare che da Limone Piemonte porta sopra il Colle di Tenda. Il veicolo scivolò su un lastrone di ghiaccio e cadde in un burrone profondo ottanta metri. A bordo con Grillo c’erano quattro suoi amici genovesi con i quali stava trascorrendo il fine settimana dell’Immacolata. Grillo si salvò gettandosi fuori dall’abitacolo prima che l’auto cadesse nel vuoto e, contuso e in stato di choc, riuscì a chiamare i soccorsi. Tre dei suoi amici rimasti nell’auto persero la vita: i coniugi Renzo Giberti e Rossana Guastapelle, rispettivamente di 45 e 33 anni, e il loro figlio Francesco di 9 anni. Il quarto, Alberto Mambretti, 40 anni, fu ricoverato con prognosi riservata a Cuneo.
Da quell’esperienza a quanto pare, Beppe Grillo non ha imparato nulla: né il rispetto per i vivi né quello per i morti.
C’è poi anche dell’altro, magari avete voglia di leggerlo.
(28 marzo 2015)
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