di Daniele Santi
Dopo avere parlato della “mia autorevolezza” (quale? per chiedere…) per lavorare “per l’Occidente”, perché la signora presidente ha nella modestia una delle sue doti migliori, Meloni ha reso noto che il superamento delle decisioni all’unanimità a Bruxelles a favore di quelle a maggioranza, non rientra nelle sue priorità perché nuocerebbero all’Italia.
Un’opposizione un po’ confusa con il PD in primo piano a preparare la graticola per Elly Schlein (mentre gli iscritti M5S votano il loro presidente Giuseppe Conte unico candidato a succedere a se stesso), lascia passare la dichiarazione senza dire muh. La contrarietà della presidente Meloni al superamento delle decisioni all’unanimità a Bruxelles a favore di quelle a maggioranza è stato per mesi e mesi il tormentone sul quale queste destre hanno orchestrato la loro propaganda per certificare l’immobilità dell’UE. Oggi la presidente del Consiglio cambia idea, fatto che non la metterà certamente a suo agio all’interno del consesso europeo dove le tensioni sono già altissimi.
Fatalmente tocca ricordare che anche l’Ungheria — insieme alla Slovacchia — hanno espresso opposizione a modifiche che ridurrebbero la necessità dell’unanimità per alcune decisioni chiave, in particolare riguardo all’avanzamento verso l’adesione della Ucraina all’UE (va ricordato che nemmeno Salvini apprezza particolarmente l’idea dell’adesione di Kyiv al’UE, anche se a fasi alterne e a seconda della convenienza); Orbán, da parte sua, ha annunciato che userà il potere di veto unilaterale nel Consiglio dell’Unione Europea, “finché non c’è una posizione comune” – cioè fin quando non faranno ciò che gli fa comodo.
Il Parlamento Europeo e altri organi dell’UE hanno invece sollevato critiche sull’uso dell’unanimità soprattutto quando diventa “strumento di ricatto” o freno al processo decisionale europeo sulla base di interessi nazionalisti.
Ora la presidente Meloni getta la maschera e dice come la pensa: teme sul serio che l’Italia venga messa all’angolo? Non sarebbe nemmeno una sorpresa visto che l’Italia trionfante sul palcoscenico mondiale che il governo Meloni vende ad uso del suo elettorato nei fatti non esiste. E l’opposizione tace. Perché tace?
(23 ottobre 2025)
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