di Massimo Mastruzzo*
Nonostante l’aumento nominale del Fondo Sanitario Nazionale previsto dalla Legge di Bilancio 2026, la spesa sanitaria continua a perdere peso rispetto al Prodotto Interno Lordo. Le proiezioni indicano che nel 2028 essa scenderà al 5,9% del PIL, segnando un ulteriore arretramento rispetto agli anni passati.
Le promesse di rilancio del sistema sanitario restano, dunque, in gran parte sulla carta. Il personale sanitario dovrà accontentarsi di misure marginali: poche nuove assunzioni, stipendi ancora bassi e crescente dipendenza dal reclutamento di infermieri dall’estero. Nel frattempo, le Regioni dovranno affrontare un gap stimato in oltre 6 miliardi di euro già nel 2026, con il rischio concreto di tagli ai servizi e di un aumento delle disuguaglianze territoriali.
Anche gli investimenti in prevenzione e salute mentale, più volte annunciati, restano per lo più teorici. Le aree più fragili del Paese, in particolare quelle del Mezzogiorno, continuano a fare i conti con carenze strutturali e di personale che mettono a dura prova l’efficienza dei servizi sanitari.
Tutto ciò finirà inevitabilmente per gravare sui bilanci regionali del Sud, già in difficoltà. Per evitare nuovi Piani di Rientro, molte Regioni saranno costrette a scelte dolorose che ricadranno direttamente sui cittadini: riduzione dei servizi o aumento delle tasse locali, con il risultato di avere “meno sanità e più tasse”.
Il Movimento Equità Territoriale denuncia con forza questa deriva e propone una revisione dei criteri di riparto del Fondo Sanitario Nazionale, affinché si tenga finalmente conto dei reali bisogni delle popolazioni e non solo dei parametri quantitativi; chiede inoltre politiche attive per ridurre la migrazione sanitaria, che ogni anno sposta tra i 3,3 e i 5 miliardi di euro dalle Regioni del Sud a quelle del Nord. Un flusso economico che arricchisce i sistemi sanitari del Nord, mentre impoverisce ulteriormente le Regioni di provenienza e impone costi aggiuntivi alle famiglie, costrette a sostenere spese per viaggi, alloggi e cure fuori regione.
Il MET rinnova il suo impegno per un sistema sanitario nazionale equo e realmente universale, che garantisca pari diritti di cura a tutti i cittadini, indipendentemente dal territorio in cui vivono.
*Direttivo nazionale MET
Movimento Equità Territoriale
(25 ottobre 2025)
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