L’uomo vittima del Mega (Make Elon go Away) – più che del MAGA – che dopo avere brutalmente licenziato decine di migliaia di persone in nome di un risparmio di bilancio di cui ora si lamenta di non vedere traccia nella nuova legge di spesa trumpiana invisa anche a un buon terzo dei repubblicani, ha deciso di passare all’opposizione e ha fatto sapere a chiare lettere come la pensa: “Questa enorme, scandalosa, spropositata legge di spesa del Congresso è un abominio disgustoso”.
Detto da uno che di abomini disgustosi se ne intende, considerato un genio da molta destra italiana, da Salvini-Zelig prima di tutto, viene quasi voglia di credergli, se non fosse che sono molti a ritenere che l’avversione manifestata con la solita brutale volgarità dall’uomo che vive a ketamina, sia frutto di una legge di spesa che colpisce direttamente anche i suoi interessi.
Scrive il sito Politico della Casa Bianca alla bomba atomica sganciata da Trump sullo studio ovale: “Il presidente Trump sa perfettamente quale sia la posizione di Musk sulla legge di spesa. Ma questo non cambia la sua opinione”. Tradotto per menti semplici: Trump di Musk se ne frega, gli ha dato un compito che doveva portare a termine, Musk c’è cascato facendosi odiare al posto di Trump e ora stia al suo posto.
Ma è il social di Musk che rilancia la posizione di diversi repubblicani che, riferendosi al commento all’acido solforico del magnate, commentano con un laconico, ma politicamente efficace “He’s right”: ha ragione. Anche il senatore Rand Paul ripetutamente criticato da Trump nei giorni scorso, ha fatto coming out politico schierandosi al fianco di Musk al grido di “altri cinque miliardi di dollari di debito sono un enorme errore”.
Così cadono le stelle che nascono su facili entusiasmi e drammatici opportunismi. Mentre i Democratici continuano a tacere – e a questo punto è lecito pensare che sia una precisa mossa politica per lasciare che Trump si suicidi – il passaggio di Musk all’opposizione lascia per ora solo spazio ai pettegolezzi e alle maldicenze: “Sarà anche l’uomo più ricco del mondo, ma è politicamente una nullità”.
(4 maggio 2025)
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