di P.M.M.
Dopo avere provocatoriamente – come spesso facciamo – pubblicato questo articolo ne abbiamo analizzato le reazioni e la conclusione è una sola: l’invidia sociale che infiamma le viscere di questo paese è davvero il grande male che lo avvolge. E quando hai mal di pancia hai mal di pancia.
Come già scritto con grande chiarezza da Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano in un articolo condivisibile fino all’ultima virgola, riferirsi alla Coppa Davis non è inginocchiarsi di fronte a quel totem decaduto (e un po’ patetico, più nei racconti di chi ci campa sopra che nella realtà del gioco) che è diventata la nazionale di calcio, ma è parlare di una cosa che nel tennis conta quanto conto io su una passerella di Armani: niente.
E riferirsi a Sinner come a “quell’altoatesino che evade le tasse” (trattasi di crasi di due commenti arrivati sui nostri social) non è solo ignoranza della più bieca, ma è anche razzismo da cortile o da lavanderia. Collocatelo come volete.
Questo giovane tennista 24enne, come fanno tanti 24enni che lavorano altri mestieri, fa quello che cazzo gli pare: e fa bene. Perché sapete, prendersi la libertà di fare quello che si vuole significa – per Sinner che guadagna tantissimo, come per il cameriere o pizzaiolo emigrati a Londra per guadagnare di più – assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Concetto complicato per chi crede di esercitare una responsabilità sputando merda sui social contro chiunque e continuando poi a votare chi grida più forte la cosa più impossibile da realizzare. E ignorare che Sinner – proprio come faccio io che scrivo da un altro paese – vive e risiede anche fiscalmente da un’altra parte e deve essere in regola con il fisco nel paese in cui vive chiamandolo evasore significa non sapere che ciò che lui fa (e anche io faccio) è perfettamente in linea con le leggi italiane che lo permettono. Non è bello non conoscere nemmeno le leggi del proprio paese. Significa farsi prendere in giro (nelle urne, prima delle urne e perfino dopo).
Significa, in ultima analisi, che l’espressione altoatesino evasore non solo trasuda razzismo (e ignoranza), ma a volerla perseguire potrebbe persino avere conseguenze legali. Quando si dice avere contezza.
Lui del resto, protagonista di questa triste storia di invidia tutta italiana, la sua risposta l’ha già data: “Posso solo dire che accetto tutte le critiche, ho già detto tutto su questo tema e non ho nulla da aggiungere. Dopo Vienna giocherò a Parigi e poi la stagione sarà quasi finita. Mancano solo tre tornei: è il momento di dare l’ultima spinta”. Si chiama aggiungere stile dove non c’è.
In chiusura, e giusto per farmi insultare, mi chiedo perché tanto livore contro un giovane di successo, che non fa nulla di differente rispetto a quei pensionati che si trasferiscono in Tunisia, o nel sud del Portogallo o da qualsiasi altra parte gli sembri opportuno e utile, per avere una detassazione della propria pensione. Il reddito è diverso, direte voi, ma il principio è lo stesso. Vivo dove mi pare in accordo con le leggi del mio paese e con le leggi del mio nuovo paese di residenza.
E per fortuna per i mal di pancia esistono i social. Con commenti che non fanno certo onore a chi li digita. Nel frattempo nel paese dove non si trovano case in affitto si privilegiano quelli degli affitti brevi, solo per dirne una. Perché bisogna sempre occuparsi di cose importanti. O no?
(23 ottobre 2025)
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