In Onda per presentare il suo libro “La Sfida” il governatore uscente della Campania De Luca, grande manovratore per capacità più che per caciccheria, ha regalato uno dei suoi ennesimi e quasi indimenticabili show nella trasmissione di Marianna Aprile e Luca Telese. Il lungo dialogo, a volte feroce monologo, ha evidenziato oltre ai contenuti del libro, anche le profonde differenze tra il modo di intendere la politica tra la generazione De Luca e la nouvelle vague di cui Schlein pretende di essere portatrice.
Se dalla parte schleiniana prima si parla di alleanze e poi di programmi, a casa De Luca si pretende di raccogliere alleanze attorno a un programma (chi stilerà il programma, se l’uomo solo al potere o delegazioni della possibile coalizione non è dato sapere), differenze che non appaiono facilmente sanabili se il puntare i piedi di De Luca in televisione sono in coerenza con la sua azione sul territorio.
“Il mondo si salva con il dialogo” ha detto De Luca in linea con Massimo D’Alema sottolineando che forse non era proprio il momento giusto per l’ex (ex?) lider Massimo di fare un viaggetto a Pechino in compagnia della peggiore feccia post-comunista della storia recente (ci scuserete se nella parola feccia non inseriamo il cinese Xi) alla solita parata comunista [cit.]. Poi l’affondo su De Luca Junior sul quale, con patriarcale spirito di difesa del valore dell’augusto pargolo, c’ha tenuto a precisare che il valore politico di una persona non si misura dal cognome – spalleggiato in questo da Fratoianni.
Ci sarebbero un sacco di battute ironiche da accompagnare all’affermazione di De Luca, ma non si può insegnare il mestiere a un maestro.
(4 settembre 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)