di Samuele Vegna
“Con la parola e con l’agire ci inseriamo nel mondo umano, e questo inserimento è come una seconda nascita, in cui confermiamo e ci sobbarchiamo la nuda realtà della nostra apparenza fisica originale.”
La filosofa Hannah Arendt nel 1958 scriveva questa frase nel suo libro “Vita Activa”, e mi è venuta in mente mentre pensavo al flusso d’informazioni che sui social sarà fuori controllo, viste le nuove decisioni di Zuckerberg filo – Trump che porteranno a epoche distopiche.
Perché porta verso epoche distopiche impedire il fact-checking di terze parti perché le “community notes” sono pericolose? Perché cancellare la possibilità da parte degli enti esterni d’informazione e dei media di verificare in modo ufficiale, di avvalorare con la certezza la veridicità di quello che scorriamo molte ore al giorno sotto gli occhi, e che condiziona in qualche modo la nostra vita e le nostre idee, e la nostra direzione politica e culturale, e dunque, il nostro voto, e la direzione della nostra nazione e dei nostri comportamenti. E perché chiunque può comprarsi followers, like, ed emergere nei social con le sue notizie false e plasmare la realtà e il dibattito a suo piacimento.
I social di Meta assomiglieranno sempre di più a X e i passi interessanti verso una società in stile Matrix, composta da finzione che genera il vero, e non dalla verità che smentisce la finzione, sono anche le elite, come Elkann che occuperà un posto nel CDA di Meta, che controllano l’informazione per controllare le nostre idee, che saranno sempre meno libere, e sempre più omogenee: il fascismo trasversale, il totalitarismo, è questo metodo qua, e non siamo nemmeno all’apice del potere dell’estrema destra nel mondo, che ha una base razzista, omofoba e pericolosamente complottista, come i Qanon. L’etereogeneità, la pluralità del pensiero, che è il contrario del pensiero unico, sembra essere spacciata in favore di chi ha più soldi e più potere, e che c’influenza e c’influenzerà sempre di più.
L’agire di Arendt si configura allora in un’altra prospettiva, necessaria: alzare gli occhi dai social, staccarli, perdere la dipendenza dai cellulari, non credere alle bugie di chi ci governa, non credere ai politici, e non credere ai social che permettono la falsa informazione e che mettono da parte, spalle al muro, l’informazione indipendente.
Affidarsi a chi ha sempre dato informazioni e notizie vere, indipendenti e scomode, è forse un rimedio, perché la libera espressione, non è mai stata così schiacciata (Cecilia, ti aspettavamo).
(8 gennaio 2025)
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