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E imparare a lottare contro le autarchie di oggi, anziché contro i fascismi di ieri?

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di E.T.

Avevo 17 anni e partecipavo, senza essere iscritto, alle riunioni della FIGC. Venni buttato fuori con contorno di insulti quando si seppe che avevo un ragazzo e non una ragazza. Era il 1978 e non nascondevo niente. Ho sempre pensato che l’unica forma di discrezione possibile fosse l’indiscrezione. Era solo la prima di tante azioni fasciste perpetrate nei miei confronti da chi chiamava fascisti gli altri.

Molti anni dopo, pupilli di coloro che hanno fatto della pace a parole la loro bandiera, censurarono una manifestazione culturale di cui era ideatore e direttore il giorno prima dell’apertura a causa del titolo di uno spettacolo che pareva loro nascondere chissà quale pericoloso demonio; il titolo era (per la cronaca) Ad Usum Puellarum: una satira dell’informazione sulla questione omosessuale, come la chiamavano ai tempi i fascisti che son sempre fascisti gli altri. Persi soldi e lavoro, nessuno mi difese – nemmeno quelli che erano in parlamento per lottare contro il fascismo antigay – e continuai a vivere. Quelli che non mi difesero dallo squadrismo dagli abiti firmati continuano a chiamare fascisti gli altri.

Gaiaitalia.com Notizie, il quotidiano che bontà vostra state leggendo, è stato a lungo oggetto di attacchi fascisti da esponenti di quella politica nata per impedire il proliferare di nuovi fascismi: fummo ostracizzati, segnalati ai social in tutti i modi possibili affinché fossimo oscurati, tacciati di essere al soldo di tutti i partiti dell’arco costituzionale, dall’estrema destra all’estrema sinistra; ci commentavano scrivendo “tacete”, “chi cazzo siete”, ricevendo invariabilmente la risposta “scriviamo quello che riteniamo di dover scrivere”. C’era chi ci chiamava fascisti, naturalmente, dicendo che dovevano essere chiusi in quanto tali. Chi era portatore di un pensiero fascista (ci scuserà per l’offesa la parola pensiero) noi o loro?

Mio nonno, nato nel 1899, fece la guerra d’Africa e tornò in Italia perché ammalato. Per motivi che non conosco approfonditamente fu costretto a nascondersi in un luogo sconosciuto perché i fascisti volevano ammazzarlo perché traditore e i partigiani volevano sparargli perché fascista. Sono racconti famigliari, non conosco i dettagli, ma credo che in questo paese siamo ancora a quel punto lì: l’antifascismo e l’anticomunismo per tradizione famigliare. Dal 1947 a puntare il dito contro fascisti e comunisti.

Naturalmente onestà intellettuale obbligherebbe le destre, soprattutto quelle al potere oggi, a riconoscere che il pericolo comunista di cui delirano in Italia non è mai esistito perché il Italia il PCI (che non ho MAI votato) ha contribuito alla costruzione dell’Italia democratica e i suoi leader hanno rischiato andando a Mosca a dire come la pensavano. Da parte loro quelli che si ritengono gli unici depositari della verità storica antifascista dovrebbero fare i conti con gli errori e i regolamenti di conti che anche da quella parte ci sono stati. Le destre al potere oggi dovrebbero evitare di dimenticarsi, al grido di Mussolini ha fatto anche cose buone, che dentro la Seconda Guerra mondiale e dentro l’alleanza con Hitler con leggi razziali e campi di concentramento al seguito, ci ha portato questo brav’uomo che non era un partigiano. Serve onestà intellettuale.

Da parte mia conosco solo un tipo di fascismo e non ha un colore politico: è quella particolare caratteristica umana che spinge a voler dominare l’altro a tutti i costi e a cercare di zittirlo in qualsiasi modo possibile soprattutto quando la sua posizione non solo non collima con la propria, ma viene ritenuta pericolosa a livello sociale perché contraria al pensiero comune. Lo dico da uomo libero disposto a tutto pur di difendere la propria libertà e quella altrui, lo scrivo da persona che ha scelto la scrittura come sua attività lavorativa, che per fortuna riesce a praticarla; lo affermo da uomo stanco di vedere un paese scannarsi su una parola sacra come antifascismo cercando in qualsiasi avversario la caratteristica che lo rende più fascista degli altri.

Questo continuo legarsi al passato non porta a niente. I fascismi di oggi si chiamano Orbán, Putin, si chiamano mercato e proliferano insieme alle pulsioni dell’uomo solo al comando che è tanto affascinante per l’attuale maggioranza di governo. Imparare a lottare contro le autarchie di oggi, anziché contro i fascismi di ieri. Questo serve. E Sangiuliano che scrive “non mi dite che in Italia non c’è mai stata una dittatura comunista” è il prodotto di quella narrazione cui si accennava (ma non ci si dimentichi che la Costituzione italiana gli eredi del fascismo vero del secolo scorso non l’hanno votata): toccherebbe ricominciare da una nuova conciliazione nazionale che riparta da zero e rimetta i peccati a chi li ha commessi, fuori da ogni menzogna ad uso campagna elettorale.

Perché mentre ci si scanna, nel caso non ce ne siamo accorti, le “democrature” stanno restringendo lentamente, ma con feroce determinazione, le libertà conquistate con il 25 aprile 1945. Lasciando intatta la libertà di scannarsi guardando al passato.

 

 

(25 aprile 2024)

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