di Claudio Desirò
Come si ripete ogni anno, nelle settimane più calde, non c’è edizione di un telegiornale che apra con una notizia diversa dal cosiddetto “allarme caldo”: bollini rossi, picchi di temperatura, consigli “degli esperti”, che esasperano con toni allarmistici un problema che andrebbe affrontato con maggiore consapevolezza da tutti.
Un clima che non fa altro che polarizzare l’opinione pubblica, creando, come ormai su qualsiasi tema, anche la fronda dei negazionisti, che si prodigano a presentare e diffondere presunte prove che il clima sia sempre stato così. Piovono sui social, ad esempio, prime pagine degli anni ’60 che parlavano di ondate di calore, di temperature massime mai percepite prima, con buona pace dell’approccio razionale che misura il cambiamento climatico su periodi medio lunghi (andamento stagioni, anno climatico, ecc.) e non certo su un dato singolo di un giorno particolare. D’altronde, l’Unione Europea ci è stata maestra nell’affrontare il tema ambientale tramite slogan e proposte da curva: scelte irrazionali, derivanti da un’ideologia tipica della sinistra radicale ed inseguite e cavalcate dal pensiero radical-chic che, purtroppo, ha pervaso il continente e le sue istituzioni.
Ed è cosi che si continua ad affrontare un problema che potrebbe essere epocale: bandierine ideologiche, demagogia e propaganda tra posizioni sempre più estremiste che vedono da un lato chi metterebbe in atto qualsiasi presunta soluzione, senza preoccuparsi se sia realmente efficace o quali ricadute economiche o geopolitiche potrebbe avere, e dall’altro chi nega anche l’evidente che si dovrebbe aprire ai propri occhi se si affrontasse razionalmente il tema o si guardasse un po’ più in là del proprio naso
In tutto ciò viene da chiedersi se esistono reali soluzioni per mitigare un problema evidente, certo non quelle teorizzate o messe in pratica dall’UE, e se mai su queste ci si potrà confrontare e decidere. Ma in un clima politico in cui tutto è tifoseria ed in cui tutto è proposto o deciso per sollevare l’umore dei propri ultras, difficilmente un tema così complesso potrà essere affrontato con la necessaria responsabilità ed autorevolezza e con la visione e la progettualità che servirebbero per arrivare a delle soluzioni concrete e non demagogiche.
(21 luglio 2023)
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