di Giovanna Di Rosa
Si è affidata ad un comunicato domenicale, ritenuto piuttosto urgente a quanto pare, per smentire (e quindi confermare) le “notizie infondate” circa “presunte” divisioni nel governo sulle uscite del ministro Nordio che sembra combattere una sua personale battaglia sulla cui utilità è lecito non soltanto discutere, ma persino dissentire.
Nel comunicato Meloni annuncia, dopo la solita bordata alle opposizioni ad uso propaganda: “Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia con Palazzo Chigi” che è una maniera non per confermare che non ci sono divisioni nel Governo, ma per ricordare agli alleati “Qui comando io”. Quindi ribadisce la sua piena fiducia del Guardasigilli e annuncia che lei, la presidente del Consiglio, e il ministro Nordio “si incontreranno in settimana per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana” in piena armonia con il programma delle destre che hanno vinto le elezioni con il 44,4% dei voti e si comportano come se avessero vinto per acclamazione popolare. Che è il grande difetto di Meloni, come di tutte le destre prima i lei: vogliono strafare.
La faccenda è politicamente seria se persino Salvini è intervenuto per dire “la politica deve evitare lo scontro con la magistratura e viceversa, i pm non intercettano mica a casaccio” e che la riforma della Giustizia deve essere fatta “con gli avvocati e i magistrati, non contro nessuno”. Ma a Fratelli d’Italia interessi ragionare su un pacchetto di norme per limitare la pubblicazione degli ascolti ritenuti “lesivi per la privacy”. Se non proprio un bavaglio, uno state zitti per favore, in nome della Legge. Naturalmente non si tratta di censura, ma di giustizia. E ci va bene: avrebbero potuto chiamarla decenza, ma si trattengono persino loro.
(22 gennaio 2023)
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