di Daniele Santi
Sono tempi duri per il M5S: non era stato sufficiente il presidente filo-Putin Petrocelli, non era stata sufficiente la dimissione di massa per toglierselo di mezzo, non era stato sufficiente lo scioglimento di detta commissione per fare decadere Petrocelli, ora succede anche che ti trombano sotto il naso il tuo candidato presidente. La vita è una bestia.
In più succede che la nuova presidente venga da un partito, Forza Italia, il cui presidente Berlusconi si è ben guardato dal condannare l’invasione dell’Ucraina voluta da Putin, che si è spinto solo a dire di essere “deluso” dal suo amico [sic] Putin. A furia di abbaiare alla luna poi finisce che si perdono le battaglie sulle cose che contano perdendosi dietro complottismi politicamente inutili.
Naturalmente c’è maretta perché se ti impallinano il candidato durante il voto significa che la direzione del partito non ha lavorato come doveva, o non ha lavorato affatto, e poco importa se “tenersi la presidenza era il nostro obiettivo” come da dichiarazioni della pentastellata Simona Nocerino, e temiamo a poco serva anche la furia di Conte che ha immediatamente deciso di convocare, dopo l’augusta trombatura, il Consiglio nazionale del M5S. Che è un po’ come chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti. Tempi di capolavori politici, come si nota.
(18 maggio 2022)
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