di Daniele Santi
Siccome i grandi statisti hanno a cuore il bene dell’Italia e non gridano per accaparrarsi voti, ecco Silvio Berlusconi rispuntare dal silenzio scelto per non parlare della guerra di Putin, e scagliarsi contro il presidente Biden che ha definito Putin “criminale”.
Si è poi autocelebrato, come al solito, per ricordare di essere in campo da “quando avevo 12 anni” contro il comunismo, che continua a vedere solo lui perché non esiste più, e di essere oggi preoccupato dal “comunismo cinese” che è meglio che condannare l’invasione dell’Ucraina alla caccia di neonazisti che non ci sono, o l’avere raso al suolo Mariupol.
Berlusconi chiude poi alla Berlusconi: “Oggi potrei pensare alle mie aziende, ma ho sentito di nuovo il dovere di esserci, come nel 1994. Sono preoccupato per la guerra in Ucraina…”, ma non condanna l’invasione russa contro la quale non spende una parola – almeno dalla cronaca riportata dal Corriere – concentrandosi sulla mancanza di veri leader mondiali ed europei. Insomma dal 1994 la solita vecchia tiritera. Lui però la chiama politica.
(17 maggio 2022)
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