di Daniele Santi
Brutto animaletto l’attaccamento alla poltrona, anche quando è mascherata dal voler avere ragione a tutti i costi e contro le dimissioni di tutti i venti componenti della commissione Esteri del Senato che chiederebbe con buon senso, a trovarne di buonsenso, al presidente che da tutte le parti vieni spinto a dimettersi a rassegnarle quelle dimissioni.
Ma Vito Petrocelli – quello della Z maiuscola a guisa di lazzo – non ci pensa nemmeno a lasciare l’incarico per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina ed andrà avanti. Fino alla Corte Costituzionale se fosse necessario. A precederlo fuori dalla commissione 4 senatori del M5s tra cui la vicepresidente del Senato, Paola Taverna, i 4 della Lega fra cui Matteo Salvini, i 3 componenti di Fi e altrettanti per il Pd e per il gruppo Misto, Casini (Autonomie), Garavini (Iv), Urso (Fdi). Ora dovrebbe intervenire la conferenza dei capigruppo e poi la questione passerebbe di nuovo al vaglio della Giunta del regolamento.
E nel mentre Petrocelli rimarrebbe presidente di una commissione senza componenti. Ma quel che conta è resistere. E non lasciare il titolo.
(4 maggio 2022)
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