di Ghita Gradita, #Euro2020
Adesso che Euro 2020 è finito (e siamo già proiettati verso Doha 2022, perché anche il covid regala i suoi miracoli) e l’Italia è Campione d’Europa a cosa potremo appassionarci? E’ davvero difficile da immaginare: saremmo tentati di parlare di libri, spettacoli, opere d’arte, crescita culturale, ma siamo nel popolo del popopopopopopooooo mica si può proporgli il Lohengrin. Nemmeno si pretende, figurarsi…
Certo di fronte a questa incertezza del futuro – a cosa ci appassioneremo, con chi discuteremo, di cosa parleremo al bar, di cosa potremo vantarci di essere esperti, di cosa potremo sgrammaticalmente blaterare in ogni loculo, di cosa potremo essere esperti sui social?
Sono domande destinate a rimanere senza risposta: sappiamo ciò che ci mancherà. Ci mancheranno le telecronache con i telecronisti dal birignao così marcato che farebbe impallidire Francesca Bertini, ad averla viva e sapere chi è; ci mancheranno le “t” sparate di Bergomi, “t” che farebbero impallidire qualsiasi calabrese impegnato nella pronuncia di soverato; ci mancheranno le abbondantissime primavere della bionda onnipresente che ogni anno ringiovanisce per effetto dei miracoli che solo la televisione sa offrire; ci mancheranno infine i commenti puerili dei commentatori – che li pagano pure! – a spiegarcio ciò che abbiamo appena visto come se non fossimo capaci di capirlo da soli perché è noto che più si è, più si è buoi: allora tanto vale trattarli da mandria.
In chiusura ci mancherà l’attesa delle veloci impressioni di Andrea Natale inviate velocemente via whatsapp per i nostri lettori e lettrici. Ecco. Sicuramente è stato bellissimo.
Ora ci aspettano altri trionfi ai quali entusiasmarci anche se la vita è sempre la stessa: del resto non è molto meglio entusiasmarsi per i trionfi altrui piuttosto che impegnarsi per realizzare i propri? Oddio… dov’è che ci siamo confusi?
(12 luglio 2021)
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