
di
G.G. #Torino
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Mentre
Giorgia Meloni grida alto
“Fuori da Fdi!” affinché tutti la sentano, mentre
la Sindaca Appendino parla di
“Quadro preoccupante”, mentre l’ex ministro dell’Interno è impegnato con la
Lega Nazionale, va in scena
l’ennesimo arresto per presunti scambi di voti con la ‘ndrangheta che preoccupa, segno che
la silenziosa e pericolosissima mafia calabrese è ormai inesorabilmente penetrata nelle istituzioni mentre i rappresentanti di queste ultime gridano contro gli immigrati e le ONG chiamandole mafia.
Il presidente della Regione Piemonte,
Alberto Cirio, ha annunciato che “
in queste ore Roberto Rosso mi ha fatto pervenire le proprie dimissioni, che ho prontamente accettato avendo già fatto predisporre la sua revoca non appena verificata la notizia appresa dalla stampa” e si è dichiarato “Allibito”, perché ormai nemmeno quelli onesti – fino a prova contraria – non sanno più che parole usare. E ce ne sarebbero perché Rosso, l’assessore arrestato, non è uno di poco peso: ex candidato sindaco a Torino, ora assessore regionale dimissionario per forza di cose, con Fratelli d’Italia (che l’ha già messo alla porta), fu sottosegretario in due governi Berlusconi e parlamentare in cinque legislature.
Roberto Rosso è stato arrestato nella notte del 20 dicembre dalla Guardia di Finanza con l’accusa di
scambio elettorale politico-mafioso, era assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione, Diritti civili.
(21 dicembre 2019)
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