di Redazione #LorenzaMorellocè twitter@gaiaitaliacom #Economia
Incontrando gli studenti al Quirinale, qualche giorno fa, il Presidente Mattarella si è espresso con una certa durezza sull’evasione fiscale, durezza comprensibile, visto il ruolo, il momento ed il probabile intento pedagogico, definendo l’evasione come “una cosa davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano”.
Abbiamo chiesto un parere a Lorenza Morello, giuslavorista, esperta di diritto del Lavoro. La Dottoressa Morello, in missione di lavoro negli Emirati Arabi Uniti di esprimere il Suo parere sulle recenti parole pronunciate in tema di evasione del Presidente Mattarella. L’intervista.
Dottoressa, avrà certo avuto eco delle ultime parole del Presidente Mattarella in tema di evasione…
Sì, certo, le ho sentite, anche se preferirei non commentare…
E perché?
Forse perché non c’è molto da dire oltre che trattasi di banalità presidenziali. Già Luigi Einaudi affermava che “La frode fiscale non potrà essere considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco”.
In effetti lei in questi giorni è in missione negli Emirati, notoriamente paese black list.
Anzitutto sono passati da black list a lista grigia, ma queste notizie la stampa le riceve sempre in differita. E poi, diciamocelo, questa invenzione del “colore delle liste” altro non è che una montatura sovranazionale per etichettare a mo’ di spauracchio dei Paesi dove fare impresa è ancora possibile. Non sarà mica un caso se tutto il mondo, al di là della questione Expo, sta guardando agli Emirati. O mi volete dire che è perché sono tutti dei pericolosi criminali?! Suvvia, semplicemente gli investitori fuggono dai paesi con una pressione fiscale esagerata, come l’Italia, e i contribuenti cercano di fare altrettanto. Non è corretto ne’ onesto scambiare i sintomi con le cause strutturali.
Ma se tutti pagassero le tasse la pressione fiscale diminuirebbe…
Sinceramente, io non ho mai visto una riduzione di pressione fiscale dovuta al recupero di evasione, che invece viene utilizzato per ulteriore spesa corrente. È ora di smettere di vivere di frasi spot e di falsi miti.
E del movimento #iostoconilPresidente che ci dice?
Io starei più volentieri con il Presidente se definisse “indecenti” anche gli sprechi individuati e mai recuperati, i 150 mld l’anno bruciati come legna da ardere. Un Paese gravato dalle tasse come il nostro non dovrebbe avere i ponti che crollano, gli ospedali con le barelle in corsia, le scuole pubbliche con i bambini costretti a portarsi la carta igienica da casa e via di fila. Dovrebbe funzionare tutto alla perfezione, invece così non è e i soldi non bastano mai. Allora, vogliamo capire dove sta la vera indecenza?
Con questo, poi, non si dica che sto giustificando l’evasione ma invece sto dicendo che è troppo semplicistico dare la colpa solo ai cittadini quando i gangli veri stanno nella gestione della cosa pubblica e poi, a pioggia, tutto il malcostume si riversa sulla società. Un ottimo deterrente sarebbe anche un buon uso della cosa pubblica. Quindi corruzione, sprechi, spese maggiorate…insomma far vedere che il denaro che lo Stato prende è ben speso, aiuterebbe. Perchè le colpe stanno anche in alto, non solo tra il popolo.
Da ultimo, per rispettare il termine “Democrazia”, occorrerebbe anche non imporre al contribuente i buchi neri come Alitalia, Ilva, opere pubbliche mai finite come il Mose. E quei soldi, per decenza, qualcuno vuole dirci dove sono finiti?
(12 dicembre 2019)
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