di Giancarlo Grassi #pentaleghismo twitter@gaiaitaliacom #politica
L’ultima straordinaria battuta cabarettistica del ministro Toninelli è, come da autore, straordinaria. Nel suo furore statalista da soviet, nel suo onnipresenziliasmo alla ricerca di disastri possibili da rendere impossibili (si faccia un salto in Liguria), nel suo delirare omnicomprensivo; nel suo essere – fondamentalmente – null’altro che un impreparato baciato dalla fortuna e dalla cecità altrui, devastante coincidenza che gli permette di incidere sulla cosa pubblica, il ministro con gli occhiali ha deciso che la gestione di Autobrennero “tornerà pubblica”.
Disgraziatamente per lui la gestione di Autobrennero pubblica lo è già, per l’84,7%. In mano ad Enti pubblici. Naturalmente il ministro delle Infrastrutture non lo sa. Lui è quello che a proposito della tragedia di Genova, quella del ponte Morandi, e del decreto scritto coi piedi commentò salace: “Sarà migliorato. Non contestatelo perché non solo è scritto col cuore ma anche con una tecnica giuridica così elevata che permetterà al commissario Bucci di lavorare bene senza preoccuparsi dei ricorsi”. Infatti Bucci non si preoccupa dei ricorsi. Si preoccupa delle date. Così tanto da cambiarle ogni due giorni.
L’innovazione del ministro Toninelli parrebbe consistere semplicemente nell’aumentare il controllo pubblico sull’Autobrennero al 100%, ma saranno gli stessi Enti pubblici che già nel possiedono la maggioranza oggi a gestirla. Capito la rivoluzione? Eccola servita.
Naturalmente il ministro è stato costretto all’ennesima clamorosa e un po’ patetica retromarcia. Il ghostwriter che ne serve i comunicati ha infatti deliziato le redazioni scrivendo: “La mia nota di oggi era chiara: si parlava di rinnovo a una concessionaria ‘totalmente pubblica’, ripeto totalmente, come non lo è Autobrennero Spa. E questo è già un risultato non scontato, viste le regole Ue. Ma autenticamente pubblico sarà finalmente l’interesse privilegiato con il nuovo schema di concessione, sia in favore dei territori che dei cittadini che viaggiano. Stop infatti all’asfalto elettorale, ai clamorosi e ingiustificati dividendi. Sì a maggiori investimenti su servizi e sicurezza, ma anche a pedaggi più equi per chi viaggia“. Bla, bla, bla…..
(4 febbraio 2019)
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