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Fili d’Arte Fili ad Arte (vista da Emilio Campanella): da Kandisnky a Botero

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di Emilio Campanella #Arte twitter@gaiaitaliacom #L’artevistadaemiliocampanella

 

Fino al 1° maggio 2019, a Palazzo Zaguri, in Campo San Maurizio a Venezia, la nuova mostra organizzata da Venice Exibition. Il titolo: Da Kandinsky a Botero (ascoltate qui il podcast di Emilio Campanella, dalla sua rubrica L’Arte “parlata”… su Radiogaiaitalia.com) dice tutto e niente, infatti quando iniziai a vedere i manifesti in città, temevo che fosse la solita mostra in cui in una scatola vengono buttate alla rinfusa, un po’ di belle cose. Contattato l’ufficio stampa, mi sono reso conto che il punto di vista è molto differente, infatti si tratta di un’ampia scelta di arazzi che riproducono opere d’arte famose. Il sottotitolo della mostra aiuta: Tutti in un filo, e maggiormente, l’indicazione del bel catalogo edito da Skira, L’Arazzeria Scassa e l’arte del ‘900.

Si tratta, dunque, di una esposizione di arte applicata che si snoda per i tre piani del palazzo del XIV sec. il quale ha avuto varie vicissitudini scuola, ufficio amministrativo ed altro. Dopo un restauro durato due anni, è stato aperto al pubblico lo scorso anno, con la discutibile mostra: Venice Secrets. Un ex cursus sulla Venezia delinquenziale, patibolare, torturata ed impiccata, arsa sul rogo e mutilata variamente, dalla Giustizia e dai suoi esperti aguzzini. Una visione storica anche molto limitativa che schiacciava particolarmente sul pedale dell’orrore; senza aggiungere novità per la curiosa morbosità dei visitatori e omettendo, fra l’altro, importanti episodi come le disavventure di Paolo veronese con il Tribunale del Sant’Uffizio di Venezia, a proposito dell’Ultima Cena accusata di eresia, ed il cui titolo venne poi tramutato in Cena in casa di Levi (Venezia, Gallerie dell’Accademia).

Molto più interessante l’occasione espositiva attuale i cui curatori Donatella Avanzo, Massimo Bilotta, Gabriella Cincotti, scelgono e propongono magnifici arazzi della Manifattura Scassa di Asti. Il museo astigiano, annesso alla fabbrica, ubicato negli ambienti di un antico convento, è chiuso da diciotto mesi, dopo il decesso di Ugo Scassa, il creatore di un sogno artistico fatto con fili colorati e telai. iniziatosi fra la fine degli anni cinquanta e gli anni sessanta. L’idea, nata dalla curatrice Donatella Avanzo, entusiasta e coinvolgente protagonista della seconda presentazione alla stampa (il 31 ottobre), prende le mosse dal sogno di Ugo Scassa, di poter esporre i propri arazzi a Venezia. C’era stata una prima presentazione, il 29 ottobre, ma dato il tempo proibitivo (l’alta marea era perdurata per sedici ore arrivando agli ufficiali 156 cm. sul medio mare, con i gravissimi danni ai mosaici pavimentali della Basilica di S.Marco) avevo preferito non intervenire. Nella serata, la seconda ondata di marea aveva rovinato due arazzi (Mirò), ancora arrotolati e posati sul pavimento, in attesa di essere appesi, e che sono stati spediti di gran carriera al restauro. Una seconda disavventura di questa organizzazione, dopo il guaio dello scheletro antico caduto nel Canal Grande, lo scorso anno, e legato alla mostra storica di cui sopra. Sono incidenti che si producono, ma questa reiterata sfortuna non fa che aumentare la mia simpatia per questa lodevole iniziativa.

Le trenta sale che compongono il percorso espositivo, si raggiungono dopo aver salito una bellissima, lunghissima, ripida scala (in seguito, tutto è discesa!) ed hanno un andamento tematico, ovvero sono, in linea di massima, dedicate ad un artista, talvolta ad un argomento, ed insieme agli arazzi ci sono opere di vario tipo, e certe, veramente interessanti, di artisti contemporanei, a comporre un mosaico di ispirazioni che si rimandano le suggestioni. Nell’insieme dell’esposizione si affronta anche, agilmente e con stimolante leggerezza, un argomento centrale ch’è a monte di queste magnifiche realizzazioni: la storia del telaio e della tessitura, da quellli più antichi, orizzontali, a quelli più recenti, verticali, come quelli che sono alla base di queste realizzazioni.

Donatella Avanzo, egittologa, oltreché esperta d’arte, ha scelto reperti antico egiziani e copti per mostrare esempi antichi ed anche antichissimi. Centocinquanta arazzi da Dechirico a Cagli, da Spazzapan a Gribaudo (lo storico editore d’arte), Da Max Ernst a Basaldella, da Mastroianni a Capogrossi, da Casorati, a Botero a Renzo Piano. Una mostra sull’arte applicata, ma non solo per chi ama il genere.

 





 

(6 novembre 2018)

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