di Filomena Filippetti
Filippo Tortu è bellissimo in corsa; è potente e armonioso, e a 18 anni corre pure forte. Dopo avere guadagnato la semifinale sui 200m, oltre alla quale non potrà andare, pensando di avere perso, ci ha lasciato delle speranze per il futuro della scalcagnata atletica italiana.
E’ tosto Filippo Tortu. Intervistato da Elisabetta Caporale dopo il 20″59 di Londra 2017 ha immediatamente individuato i punti deboli della sua corsa, con chiarezza e lucidità. Ed un atteggiamento determinato. Noi poveri telespettatori stavamo uscendo dall’incubo degli “ho fatto del mio meglio”, “sono contento comunque”, “ho migliorato un centesimo” e via di questo passo che sono la costante dell’atletica leggera italiana di questo periodo. Non è un giudizio, è cronaca. Tortu c’ha dato l’impressione di avere la stoffa del campione perché non si è lamentato, ha visto i suoi errori con chiarezza. Probabilmente non li commetterà più.
Alle spalle di Tortu il giamaicano Weir che vanta un personale di 19″79 ed ha vinto il bronzo olimpico a Londra 2012. Il giovane atleta brianzolo, speranza dell’atletica italiana, è alla sua prima esperienza assoluta in un Mondiale “da grandi”dopo aver vinto lo scorso anno l’argento iridato juniores e pochi giorni fa il titolo europeo under 20 a Grosseto.
(8 agosto 2017)
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