di Mila Mercadante twitter@mila56170236
Si diverte un mondo, secondo me. E’ un uomo felice, e di questi tempi non è una cosa da poco. A un’età in cui molti suoi colleghi faticano a conservare il successo e a riempire i teatri, lui è sempre sulla cresta dell’onda e sulla bocca di tutti. Ne parlano male? Certo, anche, ma com’è che si dice? Parlatene male, ma parlatene. La tragedia per gli attori è l’oblìo, a meno che l’oblìo non lo si scelga di proposito, e per scegliere di starsene all’ombra bisogna essere molto saggi o molto depressi. Lui – fortunato – è rimasto fermo ai 20 anni, è sempre molto giovane e lo sarà fino alla fine. Traduce la realtà in cui viviamo e i fatti come fosse un ragazzo, ma di quelli semplici semplici, di scarsa cultura e di molta improntitudine, con qualche raro lampo spontaneo di genio. Gli piace da matti recitare la parte del flagellante invasato, alzare la polvere: adesso evoca un annacquato Minculpop versione blogghe, domani ne sparerà un’altra delle sue. Se riesce ad incamerare i voti di metà degli italiani significa proprio che la classe politica è talmente arida, brutta e parassìtica da gettare la gente nella disperazione, costringendola a sacegliere le astratte emozioni stellate che non hanno nessi con l’esistenza feriale eppure consolano.
Quando adopera prose, versi poetici o canzoni scomodando Levi o Gaber per comporre la protesta rendendola accessibile a tutti diventa peggio di una scolatura di piatti alle tre del pomeriggio di una domenica senza sole: tristissimo. E più tristi di lui sono i suoi detrattori, che s’affannano a corrergli dietro per segnalare a noi poveri indifesi tutte le contraddizioni, gli sbagli, le eresie, le provocazioni, gli opportunismi. Ogni volta che lo attaccano, ogni volta che lo accusano di qualcosa gli danno una mano, ogni volta che lo sfottono lo risollevano dalle sabbie mobili nelle quali da solo s’impantana. Quelle sabbie lo risucchierebbero verso il basso in un niente se nessuno gli desse retta. Lasciatelo stare, benedetti giornalisti, preoccupatevi di chi governa, state addosso a chi governa, fate la guardia! E’ così che funziona il vostro mestiere, altrimenti che roba è? Se aveste fatto a Renzi quello che avete fatto a Berlusconi e a Grillo, il Si al referendum avrebbe perso ugualmente ma il premier avrebbe evitato lo smacco feroce del plebiscito di No. Già è antipatico di suo, Renzi, vi ci mettete pure voi? Fare come le tre scimmiette – non vedo non sento non parlo – non v’è servito a niente.
In Italia c’è sempre da lottare strenuamente contro un pericolo gravissimo e incombente quanto ipotetico e gonfiato a dismisura: una volta erano i comunisti, poi Pannella coi radicali, adesso c’è il comico. Per la paura che arrivi a governare qualche mostro a tre teste, per la paura di finire a regime, per la paura di perdere la postazione, la posizione, la sovvenzione, i nostri addetti all’informazione una cosa la perdono di sicuro: il senso della realtà, il collegamento con l’umore reale del paese. Non vedono che il mostro a tre teste ci governa già da un pezzo e che la democrazia prende sonore mazzate tutti i giorni, non ascoltano le menzogne del presidente di turno né quelle del ministro, non controllano, non verificano, non criticano, non fanno più inchieste, non chiedono conto di nulla. I due o tre che remano contro si sentono talmente puri, perfetti e diversi da diventare antipatici perfino a se stessi, con quelle espressioni sempre a metà tra il martirio volontario e la santità. Il senso della misura manca, c’è poco da fare. Trascuriamo Travaglio (vi piaccia o no, ormai è meritatamente un divo, e ci vuol poco in un tale panorama) e soffermiamoci su Mentana: è convinto di essere imparziale e di fare informazione in maniera equilibrata e correttissima. E’ convinto di essere il solo portatore sano di notiziari serali affidabili. Uno stile particolare ce l’ha davvero, ma negli States e in Gran Bretagna i giornalisti come lui sono la norma, rappresentano solo una possibilità fra tante altre, non sono straordinari. Mentana si ritiene talmente al di sopra della media da non tollerare che il leader del movimento lo metta nel calderone insieme ai mentitori prezzolati. E fa partire una querela. Insomma, questi signori buontemponi giocano tra loro percorrendo una strada perfettamente lastricata. Senza sapere che è dalla strada non battuta che cominciano i veri viaggi.
(4 gennaio 2017)
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