di Il Capo
Il progetto assolutista neo-nullacratico del M5S (la nullacrazia è quell’ideologia del roboante pensata, qualora il verbo si confaccia, dall’on. Brunetta dagli augusti piedini), prende sempre più corpo grazie al sobrio ideale di opposizione e di governo dei giovani rampanti, ex disoccupati, ex webmaster, ex fuori corso, ex non avevano un centesimo ed ora son deputati, che trovatisi la poltrona del potere sotto le venerabili natiche, quella poltrona che hanno invidiato per anni, ora trovano terreno fertile per la promulgazione dei loro ideali nullacratici, basati sulla sete di potere, sulla vendetta e punto. E’ testimone della nuova filosofia politico-nullacratica il prode Luigi Di Maio, post adolescente dall’ambizione feroce unita ad uno straordinario facciatostismo che, dalla poltrona istituzionale di vicepresidente della Camera ottenuta coi voti del PD, scrive via Facebook che Renzi si troverà “i forconi sottoPalazzo Chigi”. E’ abbastanza arguto l’ex webmaster ora alla vicepresidenza della Camera grazie all’idea meravigliosa di un grillo, un commercialista ed il nipote di un grillo, da non invocare i forconi direttamente, volgarità da lasciare a Salvini, ma da insinuare che qualcuno ce li porterà. E’ la versione istituzionale a 5Stelle del panem et circensem, perché la Giunta Raggi ed i suoi amichetti romani non bastano.
Il post dal vago sapore stalinista, segue un altro post dell’ex webmaster fuori corso per anni, nel quale l’uomo dalle mille risorse verbali, e dalla profonda ignoranza delle cose, vedansi i suoi interventi su Israele e Hamas sbugiardati urbi et orbi, lo vede al volante di un’auto imbonire gli adepti a 5Stelle su questioni come l’inquinamento e i tumori. Il post è intitolato “La #TerradeiFuochi vista da vicino” e per il suo contenuto rimandiamo gli ansiosi lettori a questo link. Il sottinteso è che la colpa dei tumori e dell’interramento mafioso di tutti i rifiuti possibili è di Renzi.
Non è abbastanza arguto, il prode Luigi Di Maio, da rendersi conto che tutti gli scivoloni a 5Stelle delle ultime settimane – da Livorno a Roma, a Bagheria, senza parlare di Parma, madre di tutti i casini a 5Stelle sui rifiuti – hanno a che fare con la spazzatura, e non ci si riferisce ad esseri umani impreparati che i geni pentastellati hanno eletto nei consigli comunali (andava esplicitato, i grillini son più permalosi dei democristiani di un tempo), ma semplicemente all’incapacità di gestire ciò che pretendono di gestire, appena apprezzabili nel confondere le acque con comunicati stampa roboanti, devastanti come uno tsunami, quando pretendono di applicare il loro ridicolo motto coherentia et honestate e poi inseriscono nella staff di Sua Maestà Raggi delle Funivie (a Roma) personaggi come Raffaele Marra, il vicecapo di gabinetto della Sindaca che, secondo i diktat di Grillo, avrebbe dovuto lasciare il Campidoglio un mese fa perché troppo vicino ad Alemanno.
Luigi Di Maio del resto fa il suo mestiere che è lo stesso mestiere di tutti i 5Stelle: imbonire gli adepti che il M5S munge grazie ai click sul blog del Vate e che, cavalcando malcontento ed ignoranza istituzionale, veicolano voti nel tempo libero che rimane loro dopo avere occupato buona parte della loro vuota giornata a coprire di insulti gli oppositori su tutti i social.
Il mestiere dell’imbonitore non è esente da rischi, come Virginia Raggi e Federico Pizzarotti insegnano, e porta a confondere l’umano col divino (o presunto tale) ed il riferimento ad Alessandro Di Battista come Gesù Cristo che gira l’Italia a “convertire” la gente, non è affatto casuale. Bene farebbe, l’ex webmaster Di Maio senza cultura politico-istituzionale eletto alla vicepresidenza della Camera con i voti e su proposta PD, a preoccuparsi del momento in cui tutta la Roma a 5Stelle, a parte le ramificazioni di destra che hanno sostenuto il Movimento Nullacratico alle elezioni dello scorso giugno, si accorgerà che la Giunta Raggi sta tenendo in scacco Grillo e la Casaleggio Associati e farà quello che le pare fin che morte non li separi. Succede, è la politica baby, quando i voti personali di un candidato (il 63% dei voti, attorno alle 770mila preferenze personali) rende il candidato eletto praticamente inattaccabile. Un’inattaccabilità che Luigi Di Maio non può certamente vantare. Soprattutto quando parla dell’aumento delle tasse operato dal governo Renzi, ennesima balla a 5Stelle (un po’ come quella, famosissima, sulle scie chimiche, recentemente sbugiardata da scienziati dell’Università della California, forse anch’essi pagati da Renzi), rispetto alla quale basta cliccare il seguente link http://www.cgiamestre.com/articoli/23412 – l’articolo è semplice, lo capiranno anche i grillini, qualora volessero leggerlo – per rendersi conto di come la menzogna sia stata eletta a istituzione dai prodi manganellatori in pectore a 5Stelle e dai loro improvvidi (ed improvvisati) capetti.
(19 agosto 2016)
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