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HomeCopertinaGridavano "onestà" fuori da una chiesa, sono i nuovi martiri dell'orrore italiano

Gridavano “onestà” fuori da una chiesa, sono i nuovi martiri dell’orrore italiano

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Baci pentastellati alla Camera in favore della Legge contro l'Omofobia nel 2013 quando ancora fingevano di essere a favore. Coerenza a 5 Stelle
Baci pentastellati alla Camera in favore della Legge contro l’Omofobia nel 2013 quando ancora fingevano di essere a favore. Coerenza a 5 Stelle

di Daniele Santi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vengono subito dopo la Madonna di Medjugorje le nuove folgorazioni sulla via dei nuovi messia della politica e quindi le catarsi funerarie; un tempo avrebbero gridato “Santo subito!” ora, più moderni, gridano “Onestà!”, ma il luogo è sempre quello sacro che sta tra la vita e la morte, quello che non sappiamo cos’è, né dove si trova, né perché. Quello per il quale non abbiamo spiegazioni. Quello che una cultura intrisa di falsi cattolicesimo e buonismo, quelli del vestito buono della domenica e della pugnalata alle spalle, spinge verso la continua ricerca di un Messia che troppi abitanti-votanti di questo paese trovano nel primo che grida la prima incongruenza che gli passa per la testa in una qualsiasi piazza. L’importante non è cosa dice: è che lo dica bene.

 

Il grido “onestà” alla cerimonia funebre è l’ultima espressione-grido-di-libertà degli adepti alla setta già movimento e forse in futuro partito politico, nata con la pretesa di essere l’unica onesta al mondo, alla quale si perdona tutto: la mancanza di un regolamento, primarie nascoste in un blog, nessuna trasparenza sui conti, idee poche, quelle poche fumose e nessuna messa in pratica, gestioni del potere almeno discutibili, epurazioni dei dissidenti come nell’URSS dei tempi che furono, incoerenza assoluta tra ciò che si dice e ciò che poi si fa (vedere legge sulle Unioni Civili). Si accetta tutto dalla setta già movimento e forse in futuro partito politico, tutto quello che si rimprovera alle altre forze politiche, a quelle che gli adepti chiamano “ladri”, “disonesti” e via di questo passo (per inciso, comunichiamo che la vicenda petroli-Basilicata che ha visto coinvolto il sottosegretario De Filippo va verso l’archiviazione, non abbiamo visto la notizia sul blog degli onesti), perché la setta già movimento e forse in futuro partito politico non ha i vizi di tutti gli altri. Loro sono diversi. Più onesti. Più belli e forse ce l’hanno anche più grosso. E via tutti a votare e che soddisfazione. Altro che ingrossamento chirurgico del pene.

 

Il Foglio, con il quale si potrà non essere d’accordo (e noi non lo siamo quasi mai), riassume con intelligente cinismo ciò che è successo da martedì ad oggi nell’italico delirio pentastellato e riferendosi alla scomparsa di Gianroberto Casaleggio scrive che era un ex manager allontanato dalla Telecom, ex impiegato della Olivetti, fondatore della CasaleggioAssociati s.r.l., società di web marketing che guida e determina la linea politica del Movimento Cinque Stelle, un partito nato nel corso di una manifestazione denominata “vaffa day”. A leggere i giornali di ieri (13 aprile, ndr) sembra invece che il paese sia rimasto orfano d’una figura, certamente originale, i cui mirabolanti tratti riassumono il meglio dell’intelligenza politica di Cavour e del genio tecnologico di Steve Jobs.

 

Non ci soffermeremo ulteriormente sul fatto ché la vita va così, oggi ci sei e domani bye bye, ma sulla tendenza alla beatificazione altrui del cittadino italiano per il quale chiunque dica in modo convincente la prima porcata che gli passa per la testa che sia “un milione di posti di lavoro” (ne sono stati poi persi diversi, di milioni di posti di lavoro a seguito di quella storia lì) “viva la topa” o trovi uno slogan sufficentemente forte da catalizzare l’attenzione e far spostare la gente da una città all’altra (e va detto che “Vaffa Day” è stato estremamente efficace), non diviene solo il leader politico di una forza che si ha la libertà di votare, di sostenere e di considerare affidabile fino a prova contraria, ma una specie di dio, un idolo d’oro (dato che siamo in tema) da considerare alla stregua di un amuleto che risolverà tutti i nostri problemi per il semplice fatto di stare lì, per il fatto che ci si crede, che lo si sostiene e lo si vota. Insomma gli Italiani sono sempre alla ricerca di una divinità. E siccome, sbugiardata Medjugorje dall’argentino in bianco, dèi in giro non se ne vedono ecco che si possono trovare nei movimenti e partiti politici. Idoli sono stati Berlusconi, e poi Grillo, ora Casaleggio post-mortem e domani chissà chi avrà la fortuna di essere investito di tanto divino potere.

 

Disgraziatamente gli esseri umani sono esseri umani e raramente mantengono ciò che promettono, soprattutto quando non promettono niente. La Trilogia della Fondazione di Asimov, che eleggerei a libro culto di quest’epoca, nel primo capitolo “Il crollo della Galassia Centrale” narra di uno speciale strumento elettronico che analizza i discorsi altrui eliminando ridondanze, definizioni ad uso emotivo, pause non necessarie, sospensioni, ambiguità ed arriva nella maggior parte dei casi ad eliminare tutto ciò che è stato detto. Un po’ come fanno le azioni degli uomini dopo discorsi meravigliosi dei quali non resta nulla.

 

Ecco qual’è il punto. Questo paese, ed una troppo grande percentuale di suoi abitanti in età da voto, continua a votare al buio, con la pancia, delegando a chi vota non semplicemente la possibilità di esercitare le sue funzioni per un mandato, ma investendo la figura che vota di caratteristiche quasi sovrumane: siccome “io” lo voto “deve” avere qualità straordinarie, sennò non lo voterei. E così credono a qualsiasi cosa.

 

Il grido “onestà” di questa mattina risuonato sul sagrato di una chiesa che celebrava una cerimonia funebre non è un desiderio, è un delirio: il delirio di un popolo settario che piuttosto che pensare a ciò che fa, a chi che vota, si ritrova unito solo nella beatificazione dell’uomo che pensa essere il meno peggio ed al quale affida non solo il suo voto, ma i suoi sogni, la sua realizzazione, ciò che ritiene di dover guadaganre, ciò che ritiene spettargli di diritto e fors’anche l’aldilà. E’ il grido di una parte di cittadini di questo paese che crede di vivere in un luogo dove non c’è libertà e ci crede ad un punto tale da non fare azioni, ritenendo che la libertà di agire non ci sia, e lasciando ampio spazio alla cricca del facciamo tutti quello che ci pare. A tutti loro consigliamo vivamente un viaggio nei paesi dove si finisce in galera per un bacio, per uno sguardo inopportuno ad un culo femminile, per avere manifestato la propria opinione assai più sommessamente di come siamo abituati a fare in questo paese, per avere scritto che il primo ministro è un porco o che il presidente della repubblica è un disonesto o per avere espresso una opinione politica. Sono molto vicini all’Italia alcuni di questi paesi, il viaggio costa poco e serve, anche alle menti semplici, per rendersi conto di dove sono. Ammesso che possano sopravvivere a questo brutale scontro con le realtà che non vogliono vedere rifugiandosi nel culto del messia di turno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(14 aprile 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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