di Daniele Santi
Uno dei giornali della famiglia Berlusconi, nota per essere editrice di canali televisivi e quotidiani allegramente forcaioli in onore allo sdoganamento della destra intollerante operato dal capostipite nel 1994, è giunta al termine dell’indagine sull’omicidio Varani ed ha trovato i colpevoli: le associazioni lgbt di questo paese.
Oh #ilGiornale ha scoperto chi ha ucciso #Varani: le associazioni #LGBT pic.twitter.com/H6o9gIfreO
— Dr.Gender (@DarioBallini) 20 marzo 2016
Lo stile del quotidiano in questione è noto: manganello contro chi non è fedele alla linea e tappeto di petali di fiori per coloro che sono in linea con il dettato del Capo, che è poi quello che paga gli stipendi. Dagli torto. Tengono famiglia. Onoratissima famiglia, perché famiglia di sani istinti eterosessuali. Altra cosa invece, che va al di là dell’essere forcaioli, è il denunciare l’uso troppo frequente di droga, ma bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di estendere la denuncia a tutti i locali notturni ed ai loro frequentatori che ne fanno uso. E’ però certamente più comodo l’uso strumentale di fatti ed “inchieste” per compiacere il lettore del quotidiano, dei quotidiani, perché nel regno del profitto dell’uomo d’affari travestitosi da politico per i propri interessi, anche una copia in più fa gioco. Con buona pace di vari direttori che tengono famiglia e che, pur essendo eccellenti professionisti, sono proni al potere. Caratteristica così tristemente e schifosamente italiana quella di non avere la schiena dritta! Come quella di sostituirsi ai giudici che le televisioni della famiglia del Capo hanno allegramente cavalcato con i Forum e le conduzioni alla Rita Dalla Chiesa.
Poi c’è l’articolo di Gaypost.it che pubblica un’intervista a Mario Marco Canale, presidente di Anddos, nella quale il presidente di quella che è attualmente la più grande associazione LGBT d’Italia, annuncia querela a “Marco Pasqua e al Messaggero, (…) a cui abbiamo scritto una lettere all’indomani dell’uscita dell’articolo sulle dark room e i circoli. E stiamo valutando anche se agire contro Il Giornale. Sono amareggiato da come alcuni media, siti anche lgbt, giornalisti abbiano scritto quasi per cavalcare il momento e farsi notare. Ed è terribile che questo avvenga anche da parte di persone che dovrebbero conoscere e tutelare le persone che vivono all’interno della comunità”.
E’ evidente che il quotidiano di famiglia dei Berlusconi utilizzi la sua forza editoriale per intervenire in qualche modo sul dibattito sulle Unioni Civili che il M5S si prepara già a cercare di far saltare in aria alla Camera così che ritorni al Senato e lì muoia, ed il suo contributo deve per forza essere mirato ai suoi lettori, a creare opposizione emotiva. Questo evitare di soffermarsi sui (presunti per la legge in mancanza di una condanna definitiva, anche se rei confessi) colpevoli per rivolgere i propri kalashnikov contro altri obbiettivi utili alla propria campagna propagandistica è nello stile del ventennio berlusconiano al quale queste mummie dell’informazione rimangono legatei a beneficio delle mummie che li seguono. E dei loro conti mensili.
(20 marzo 2016)
©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata