di Il Capo
Il dibattito attorno alla Legge Cirinnà sulle Unioni Civili (110 iscritti a parlare al Senato) ha reso noto ed ha chiarito senza ombra di dubbio che il problema più serio dell’Italia non sono le Unioni Civili, ma la spaventosa incultura dei Senatori che compongono il moribondo emiclico che – soprattutto tra i banchi dei più beceri conservatori – hanno dato dimostrazione di essere degli ignoranti incapaci anche solo di pronunciare la lingua Italiana correttamente.
Questa è, in ultima analisi, la ragione della spaventosa arretratezza culturale del nostro paese: per vent’anni è stata questa gente a fare il bello e il cattivo tempo nelle aule parlamentari, mentre il Cappellaio Matto li gestiva come se fossero, e di fatto erano, carte da gioco con cui vincere la mano di poker.
Da ricordare per empatia, correttezza istituzionale e profondità il discorso della relatrice Monica Cirinnà. Bocciate tutte le pregiudiziali di costituzionalità e le richieste di rimandare la legge in commissione, le cose paiono procedere. Forse è davvero la volta buona.
(2 febbraio 2016)
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