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Presidenziali USA: le ultime dal pianeta Donald Trump

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Donald Trump 01di Giovanna Di Rosa

 

 

 

 

 

Il 10 novembre scorso si è celebrato un altro dibattito televisivo organizzato dal canale Fox Business e dal Wall Street Journal al quale hanno partecipato i candidati Donald Trump, Ben Carson, Marco Rubio, Ted Cruz, Carly Fiorina, Jeb Bush, Rand Paul e John Kasich, coloro che risultano più graditi dai sondaggisti a stelle e strisce.

 

Tra i vari repubblicanismi fatti di razzismo, odio omofobo, istitnto guerresco, ignoranza e progammi pochi, spicca la spaventosa proposta di Donald Trump, sempre più estremista, sempre più antipatico, sempre più arrogante e sempre più fuori dai giochi senza rendersene conto. La proposta che ha mandato in sollucchero gli estremisti repubblicani, ma allontanato i moderati che sono la maggioranza dei votanti, ha ancora una volta a che fare con gli stipendi e con l’immigrazione.

 

Donald Trump ha dichiarato che “Gli stipendi oggi sono troppo alti”, frase che gli costerà carissima nel corso della sua demenziale campagna elettorale. Non è stato di meno Jeb Bush che con la disoccupazione al 5%, dato che per gli USA corrisponde alla piena occupazione, ha proposto di abrogare tutte le riforme approvate o promosse dall’amministrazione Obama, nessuna esclusa per rilanciare l’economia americana. Viene da chiedersi in quale America Jeb Bush viva.

 

Donald Trump ha poi calato l’asso (secondo lui) di briscola  quando ha lanciato la proposta di  espulsione degli 11 milioni di immigrati irregolari presenti oggi negli Stati Uniti, tutti quanti, anche se lavorano rispettano le leggi, sono in America da anni ed hanno figli americani e di costruire un muro al confine con il Messivo, da far pagare al Messico (leggere qui cosa scrivevamo qualche giorno fa a proposito di muri, ndr), una proposta dai costi astronomici che la rendono, di fatto, irrealizzabile e che allontana in modo forse irrevocabile i milioni di elettori di origini latinoamericane, un gruppo demografico in grande crescita e che nella politica americana conta (e conterà) sempre di più.

 

Pensare che Trump si candida ad essere presidente della più potente nazione del mondo e che alla sua carica presidenziale è associata quella di Capo delle Forze Armate USA, fa venire i brividi.

 

Ben Carson ha poi regalato il gioiello della serata. parlando di politica estera e di Isis, il repubblicano che ne sa meno di Trump ha risposto “Ciò che dobbiamo fare con l’Isis è farli sembrare dei perdenti”. Davvero un manipolo di geni, questi candidati repubblicani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(11 novembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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