di Redazione #Lopinione twitter.com/perugianewsgaia #Speranza
E’ bastata una dichiarazione del ministro della Salute Speranza – “per le feste in casa dovremo affidarci alle segnalazioni” parlando a Che Tempo Che Fa del nuovo DPCM – per scatenare la guerra preventiva alla delazione. In questo paese nel quale attraverso le “guerre preventive”, tutte incruente finché dura, e guerreggiate sui social e negli spazi virtuali, bar del nuovo millennio, anche i DPCM si commentano prima. Perché è meglio che cercare di capirli dopo.Magari leggendoli attentamente.
Certo lo stile ha lasciato un po’ a desiderare, ed è strano nel ministro Speranza sempre attentissimo a ciò che dice e a come lo dice, ma è evidente che non potendo giocare alla nuova Russia – cosa che fa già molto meglio, e con scarso successo, la Lega di Salvini Premier – se una trentina di persone dovessero incontrarsi in una casa privata per una festa in tempi di divieto, qualcuno dovrà prendersi la briga di avvisare le Forze dell’Ordine. Sarà quindi delazione o salvaguardia della salute pubblica?
Dovremo metterci a costruire appartamenti dove per entrare in casa propria si deve passare dalle case di tutti come in quel film-capolavoro, “Le Vite degli Altri”? O forse aveva un altro titolo? Chi si ricorda. Del resto magari in quel DPCM anticipato, commentato, scritto e riscritto prima di sapere cos’è questa roba non ci sarà proprio scritta e ce ne sarà un’altra. Ma chi si ricorda?
Forse c’era scritto qualcos’altro e se ne è parlato tanto prima che dopo non ci si occuperà di sapere nemmeno cosa c’è scritto sul serio.
Per dire…
(12 ottobre 2020)
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