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“Giustappunto!” di Vittorio Lussana: Vittoria piena per i Benetton

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di Redazione #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #PonteMorandi

 

Come volevasi dimostrare: la società ‘Atlantia’ manterrà la concessione sulla gestione di molti ‘lotti’ delle nostre autostrade. Noi lo abbiamo scritto sin dai tempi del crollo di Ponte Morandi: il rapporto di ‘concessione’ non appartiene alla materia dei contratti, cioè al diritto privato, bensì a quella del diritto amministrativo, che è una ‘branca’ del diritto pubblico. In pratica, il governo di allora, il terrificante ‘Conte 1’, pur di prendere qualche applauso ai funerali delle vittime per il disastro del viadotto sul Polcevera, considerò il rapporto tra lo Stato e la ‘controllata’ dalla famiglia Benetton come una sorta di ‘affitto di gestione’, quel tipo di contratti che vengono utilizzati quando si apre un locale per intraprendere un esercizio qualsiasi, come i bar, le birrerie o i ristoranti. In quel tempo, noi abbiamo pregato in ‘ginocchio’ quel governo e i suoi tanti tifosi affinché non attaccassero i Benetton ‘lancia in resta’, poiché quello non era il modo giusto per gestire una ‘partita’ di quella ‘portata’. Persino Nicola Porro, che di recente ce le ha fatte ‘girare’ vorticosamente per la ‘piattezza logica’ di alcune sue posizioni, aveva perfettamente capito l’antifona: più si ‘abbaia alla Luna’ e più si corre il rischio che le cose vadano esattamente al contrario di quanto si spera. In pratica, quelli che ci tenevano veramente a chiarire le effettive responsabilità di ‘Atlantia’ eravamo noialtri, che in quel momento sembravamo difendere la famiglia Benetton e il suo ‘impero’. Si è anche cercato di spiegare come funzioni un rapporto di concessione con un ente pubblico, avendone gestito uno per 30 anni con il Comune di Roma. Niente da fare: nessuno ha voluto darci retta. E le dichiarazioni ‘bellicose’ sono proseguite imperterrite. Ma andiamo ai fatti. Lo scorso febbraio, l’avvocatura dello Stato ha espresso parere negativo sull’ipotesi di revoca della concessione ad ‘Atlantia’. Come mai, di grazia? Esattamente per ciò che noi scrivevamo già nell’estate del 2018: quella società è responsabile del disastro sul Polcevera solo parzialmente. La gestione precedente, infatti, era direttamente dello Stato e, in caso di revoca, avrebbe posto i Benetton nella condizione di poter chiedere risarcimenti molto onerosi, sia per essere venuti meno alla concessione medesima e agli introiti previsti, sia per la mancata manutenzione negli anni in cui la responsabilità delle autostrade era totalmente a carico della collettività. Una cifra che, secondo alcuni calcoli, si aggirerebbe intorno ai venti miliardi di euro. La ‘ratio’ giuridica, in realtà, era evidente: “Se pensate che sia solamente colpa nostra”, questo il pensiero dei legali dei Benetton, “allora chiederemo ai magistrati di indagare anche sui decenni precedenti e sulla scarsa considerazione data agli allarmi che, sin dagli anni ’80 del secolo scorso, in molti stavano già lanciando, a cominciare dall’architetto Morandi in persona”. Inoltre, nella nuova concessione che si sta cercando di ‘riformulare’, l’attuale governo – il ‘Conte 2’ – vorrebbe entrare in ‘co-gestione’ attraverso la Cassa depositi e prestiti. Ma per far questo, i Benetton hanno posto due condizioni: 1) la modifica dell’articolo 35 del decreto ‘Milleproroghe’, quello che ha ridotto il valore della concessione di ‘Autostrade per l’Italia’ da 23 a 7 miliardi, causando il declassamento delle sue obbligazioni da parte delle agenzie di rating, che a sua volta ha impedito il ‘rifinanziamento’ sui mercati del piano di investimenti previsto fino al 2023; 2) la questione delle tariffe, che i Benetton ritengono insostenibili per come questa viene presentata, non potendo andare oltre a un taglio del 10% da sommare agli indennizzi da distribuire alle famiglie e alle imprese colpite dal crollo di Ponte Morandi.
In termini tecnico-giuridici, tutto questo può soltanto definirsi con la locuzione: ‘Vittoria piena’. Tant’è che lo Stato, per non dover ‘battere in ritirata’, soprattutto dopo gli ingenui quanto supponenti proclami di ‘grillini’ e leghisti, si è visto costretto alla ‘scena madre’, al fine di ‘pietire’ la cessione di una quota di ‘Aspi’ (Autostrade per l’Italia, ndr) attraverso l’ingresso della Cassa depositi e prestiti e di alcuni altri soci (Macquarie, una società australiana ed F2I, un fondo costituito da alcune ricchissime banche private). Quindi, la famiglia Benetton si ritrova, oggi, nelle condizioni di poter favorire la nuova concessione con l’atteggiamento di chi ci sta persino facendo un favore. Tutto chiaro? Si è capito come sta andando a finire? Certo, c’è ancora un processo penale in corso. Ma anche su questo punto, dopo che l’Avvocatura dello Stato si è espressa come si è espressa e tenendo presente che i Benetton sono disposti a risarcire famiglie e aziende, come pensiamo possa concludersi l’intera faccenda? Ovviamente, con un altro patteggiamento caldeggiato, paradossalmente, proprio dallo Stato, per non far saltare il nuovo accordo di concessione. Punto, fine della storia. Ora, tutto questo dovrebbe servirci a ricordare, per chi ha memoria e tende a non rimuovere faziosamente le ‘minchiate’ dei propri ‘beniamini politici’, che le squallide ‘smargiassate’ di quel disastroso esecutivo – composto dalla Lega di Salvini e dal Movimento 5 stelle – hanno finito col mettere in allarme ‘troppo presto’ i Benetton, concedendo loro tutti i modi e tutti i tempi per ‘acconciarsi’ al ‘contenzioso’. Queste ‘partite’ non si giocano così. Al contrario, era consigliabile un comportamento più sobrio e moderato, per poter ‘cogliere di sorpresa’ la controparte. E questa affermazione la scrive chi, partite di questo genere, in passato le ha dovute ‘giocare’ e, in più di qualche caso, è riuscito anche a vincerle. Con solamente 10 euro in tasca…

 

(9 aprile 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 





 

 

 

 

 

 




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