di Daniele Santi #Primairubli twitter@gaiaitaliacom #maiconsalvini
La favoletta dei rubli russi presunti, quella rispetto alla quale Savoini si avvalse della facoltà di non rispondere e Salvini disse che volevano ucciderlo, per via dei famosi depistaggi di massa; quella faccenduola che vede Savoini seduto allo stesso tavolo di Salvini, ma Salvini non sa perché sia lì anche se l’invito è partito dalla sua segreteria; quella questione da due rubli, scusate, soldi sulla quale Salvini si è sempre rifiutato di riferire in parlamento. Ecco, su quella faccenda lì c’è una novità.
Da quel sito lontano noto come BuzzFeed escono due nomi e cognomi: Andrey Yuryevich Kharchenko e di Ilya Andreevich Yakunin personaggi assai vicini, scrive Il Giornale, ad Alexandr Dugin, il teorico della “Quarta teoria politica” e a Vladimir Pligin del partito Russia Unita a sua volta vicinissimo al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin le cui disgrazie sono sempre più disgrazie, partito con il quale Salvini ha firmato un accordo di collaborazione. Naturalmente il fatto che ci siano due nomi in più non significa nulla e non dice nulla sulla colpevolezza eventuale di Savoini né su quella di Salvini. In Italia, a parte per i partiti forcaioli che sui presunti colpevoli costruiscono propagande come la Lega, Fratelli d ‘Italia e il M5S, vige la presunzione d’innocenza e quella rispettiamo.
Vero è che due nomi in più, due rivelazioni in più, indicano due strade nuove da seguire, E non è detto che la magistratura non vada a mettere il naso anche lì. Succede infatti che non è solo BuzzFeed a fare i nomi ma anche l’altro sito americano Bellingcat e il russo, sì russo, Insider. Lo scrive Askanews. LI vedete nella foto in basso.

Our latest with @the_ins_ru and @BuzzFeedNews on Italy’s Lega Nord’s links to the Kremlin, identifying Russian individuals who met with Lega Nord insiders to discuss an illicit funding deal https://t.co/wK13J30krs
— Bellingcat (@bellingcat) September 3, 2019
Potrebbe esserci anche dell’altro. Per ora fermiamoci qui. Che c’è già molto da riflettere sul chi vota cosa e chi e cosa ci sta dietro. E vale per tutti.
(03 settembre 2019)
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