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Elezionibis 2018 o del dramma dei parlamentari di un paese dove non si fa in tempo ad avere una poltrona che tocca lasciarla

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di Daniele Santi #elezionibis twitter@gaiaitaliacom #politica

 

 

Non c’è giustizia in questo paese. Non c’è. Non si fa in tempo a trovare una poltrona da quisquilie come 15mila euro al mese o giù di lì che già tocca tornare a votare e non si sa nemmeno se ci riconfermano. E’ un problema serio, perché già la cifra è considerevole. Quando poi la percepisci senza fare un accidente è anche più piacevole. Se te la sei sudata infilandoti nel partito dei “Signorsì” perché c’hai famiglia e te la vedi scippare perché non c’è una maggioranza in parlamento è un problemino. Soprattutto per i leaderini politici da due scudi. Come certi stipendi…

Dunque ecco il vero dramma delle elezionibis prossime venture: si sono ammazzati per essere più realisti del Re ed entrare in parlamento a qualsiasi costo e a tutti i costi ed ora, se le cose non vanno come devono andare, eccoli di nuovo con le natiche scoperte, il conto in banca pure senza nemmeno avere imparato quanto fa uno + uno. Che in casa cinque stelle non fa sempre due. A volte fa anche cinque. L’importante è che sia scritto sul sacro blog.

Di Maio ed i leader dei partiti tutti hanno un problemino di nessun conto: i loro parlamentari. Nessuno vuole lasciare sì prestigiosa, ghiotta e remunerativa poltrona senza puntare almeno un po’ i piedi. In più i segretari onnipotenti dell’asse pentaleghista che vogliono il potere a tutti i costi continuano a fissare date di elezionibis ad uso dei loro adepti – l’ultima è l’8 luglio – senza considerare che la decisione della data in cui si andrà a votare spetta esclusivamente al presidente della Repubblica. Sta scritto su quella costituzione che nel 2017 non hanno voluto cambiare perché sarebbe stato il trionfo di Matteo Renzi e non potevano permetterselo. Fosse passata quella riforma ora le cose sarebbero diverse. Non staremmo qui a pagare la cialtroneria in parlamento con l’Italia bloccata da tre mesi, il Def che se non si approva è esercizio provvisorio e sono cazzi, e non assisteremmo al giochino al massacro dell’ammazziamo politicamente Berlusconi e Renzi e dell’Italia chi se ne importa tanto programmi fattibili non ce n’è.

Un vero dramma sociale quello dei poveri parlamentari eletti per dire “sì” e stare zitti, pena l’espulsione, in cambio di un lauto stipendio che si ritroveranno ad avere detto “sì” e non avere più lo stipendio. Altro che i bisognosi e la povera gente di cui vaneggiano Di Maio e Salvini

 

 





 

(7 maggio 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

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