di Il Capo
Le giunte a 5Stelle sono una calamità paragonabile alle invasioni di cavallette: in poche settimane a Torino, ad esempio, la Sindaca Appendino è riuscita a far saltare una delle mostre più attese della stagione, quella su Manet (che si è presa Milano), è riuscita a perdere la direttrice dei Musei torinesi, persona competentissima, che le ha sbattuto la porta in faccia; ha perso la mostra sul Futurismo, perché cosa volete che importi ai torinesi del Futurismo, ciò che importa è la dieta vegana; il Salone del Libro è migrato a Milano lasciando a Torino le briciole e quindi, cultura come veleno, viene fatto fuori anche il Torino Jazz Festival, uno dei festival jazz più importanti d’Europa, che muoveva un giro d’affari di due milioni di euro. Da notare che si è votato Appendino in favore di un “cambiamento” della situazione torinese, percependo Fassino come “il peggio”. Lungimiranti…
Virginia Raggi, da parte sua, è riuscita a nominare un “bike manager” che cambierà la storia della viabilità a Roma a più di 50mila euro all’anno; a chiudere le scuole per terremoto quando le scuole erano già state chiuse per il ponte di Ognissanti e, sempre a proposito di terremoto, è riuscita a scaricare sui dirigenti scolastici la patata bollente dei sopralluoghi e delle relazioni sugli eventuali danni. Qualche giorno prima si era occupata di temi tanto importanti come il complotto dei frigoriferi che come per magia, apparivano – complice Matteo Renzi – a fianco dei cassonetti di Roma “chissà come”. Raggi ignorava, poverina, che la raccolta dei rifiuti ingombranti era stata sospesa proprio dal Campidoglio. Pochi giorni prima era poi ritornata sul miracolo delle funivie su Roma per snellire il traffico, dimenticandosi – ringraziando non si sa chi – di tornare sui temi caldi del libero scambio e dei pannolini lavabili. Il capolavoro lo ha compiuto nella giornata di ieri annunciando che se il M5S dovesse far fuori Raffaele Marra lei, la Sindaca, si dimetterebbe facendo cadere la giunta.
Lasciamo compassionevolmente da parte i disastri operati dalla giunta a 5Stelle di Livorno, le epurazioni ai danni di Pizzarotti, la ridicola percentuale di votanti sul non statuto che nomina Beppe Grillo leader massimo ed intoccabile della Sacra Setta, e sulle firme false a Bologna e Palermo.
Alla fine, come volevasi dimostrare, le giunte a 5Stelle sono come le cavallette: dove passano non rimane più nulla. Magari gli Italiani che gli attestano tanto consenso prima o poi se ne accorgeranno, ma temiamo che l’analfabetismo funzionale del quale sono affetti gli impedisca non solo di capire, ma anche di vedere.
(3 novembre 2016)
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