Dopo una maratona durata dieci giorni, con la Destra e i cattolici integralisti scatenati contro la legge, la maratona parlamentare per l’approvazione della Legge sul matrimonio per tutti è terminata e il voto finale è previsto per martedì prossimo. I tempi voltui dal presidente della repubblica François Hollande, per l’approvazione della Legge voluta e scritta da Christiane Taubira, ministra della Giustizia, nera, separata, quattro figli, determinatissima (c’è chi in un trionfo di Italica Moderazione la definisce “radicale”) che ha fortissimamente voluto la legge, forse con più determinazione del presidente della Repubblica stesso.
Taubira si è battuta come una leonessa contro gli attacchi della destra conservatrice e dell’integralismo cattolico, codice civile alla mano, che in Francia – è bene ricordare – è l’unico libro che un politico serio dovrebbe rispettare, lo dice l’opinione pubblica non questo umile servitore di scalcagnato sito d’informazione -e Taubira lo ha brandito come una spada contro tutti gli attacchi di anticostituzionalità della Destra (5.638 emendamenti presentati, tutti rigettati a parte quello sull’inseminazione medicalmente assitita per le coppie lesbiche, ma Taubira sulla questione ha fatto un discorso politico più articolato) portando a casa un risultato straordinario che cambia la storia dei Diritti in Europa, checché ne dicano Casini e i medievali gonnuti d’Oltretevere.
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