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Venezia, sacralità sovrapposte

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Quasi in sordina, per addetti al lavori, il 2 Giugno scorso, è stata aperta al pubblico una mostra di notevole interesse, dedicata al sito archeologico egiziano di Abydos, luogo sacro delle prime dinastie faraoniche e, secondo recenti ricerche, del periodo predinastico, e di epoche molto più lontane!

La mostra si intitola: IL TEMPIO DI OSIRIDE SVELATO L’Antico Egitto nell’Osirieion di Abydos e si potrà visitare sino al 21 Ottobre, alla Scuola Grande di S.Giovanni Evangelista a Venezia. L’esposizione è curata da Paolo Renier, in collaborazione con il Museo Egizio di Firenze – prestatore di un buon numero di reperti scelti in maniera mirata, in modo da fare da contrappunto puntuale alle argomentazioni delle differenti sezioni della mostra – e con l’associazione “Friends of Abydos”.

Premesso che consiglio ad ogni appassionato di egittologia una visita, aggiungo che se, come a me, capitasse di avere l’onore di una visita guidata del curatore, ogni piega del percorso sarebbe chiara, ed ogni scelta iconografica, motivata, fosse essa fotografica, riproduzione di reperti, oggetti di scavo. Il labirinto creato nell’ambiente antico accanto alla chiesa consacrata, che, non a caso, ospita l’evocazione del tempio di Osiride, crea una sovrapposizione sacrale non casuale.

Si pensi poi che il mito di Osiride ha molti punti di contatto con la storia di Cristo, come si sa, vissuto in Egitto durante l’infanzia e, come Osiride, crudelmente ucciso e riportato alla vita (anche se con alcune sostanziali differenze: Osiride rimane dio dei morti, mentre Cristo – dicono – trionfa sulla morte!). Entrambi sono miti orientali di riscatto dalla estrema sofferenza. Misteri vengono evocati e sviscerati, come certe tombe antichissime; resti di piramidi ridotte a “tell”, templi che si sono creduti a lungo coevi, mentre risultano lontani millenni l’uno dall’altro… Misteri, segreti che la sabbia conserva, restituisce, e poi con saggia avarizia si riprende per preservarli dalla corruzione del tempo e degli uomini. Un tempio misterioso che si allaga, un lago sotterraneo, altri laghi sacri, in un paese in cui l’acqua, strappata al deserto, è la vita… Un’acqua che appare e scompare, con un suo ritmo, un suo respiro segreto. Un tempio, dicevo, con canali attorno agli edifici… Le acque primordiali, che al loro ritirarsi diedero, nell’antica cosmogonia, origine alla terra d’Egitto?

Forse, tesi affascinanti, risposte controverse, ed intanto le ricerche continuano. Durante il percorso, differenti video che commentano i luoghi esaminati. A Fine mostra il video completo, che consiglio: venti minuti che riassumono sinteticamente ed in maniera esauriente tutto l’argomento trattato.

La qualità dele immagini fotografiche è altissima (merito di Paolo Renier), e l’esempio principe è rappresentato dalla riproduzione, in scala 1/1 del soffitto astronomico della stanza denominata Sala del Sarcofago, dell’Osirieion di Abydos , e la ricostruzione dell’ambiente stesso, con la possibilità di vedere i bassorilievi, meglio che dal vero, grazie alla cura riproduttiva ed illuminotecnica.

Attraversato il cortile, una libreria molto fornita, e ben due pubblicazioni-catalogo entrambe interessantissime.

 

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