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I giudici dicono no ai dazi di Trump e lui s’infuria: “Giudici illegittimi”. Non vi sembra un film già visto?

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I dazi di Trump sono illegali. Non tutti, ma quasi tutti. E quindi i giudici sono illegali o illegittimi che dir si voglia: ed è un Trump furioso quello che si appella contro il definito “colpo di Stato” dei tribunali. Verrebbe voglia di scomodare la strategia-Berlusconi inaugurata in Italia, ma si ha rispetto di chi non c’è più e non può replicare, insieme alla filosofia dello scappato di casa e messo in parlamento a 15mila euro al mese in nome dell’apertura della famosa scatoletta di tonno, ma nemmeno Grillo, nel suo grillume, si merita di essere paragonato a un simile presidente degli Stati Uniti, regolarmente eletto da chi ama farsi prendere per il culo, che governa quasi esclusivamente per diventare più ricco.

E’ un film già visto anche in Italia: basta guardare i civil servant che lo sostengono su ogni rete ad ogni ora del giorno.

Dunque mentre i giudici dicono “No ai dazi” e la Corte d’Appello ha già sospeso la sentenza, Trump è atteso d un braccio di ferro nei tribunali dall’esito incerto, con tutte le conseguenze del caso sui negoziati in corso con i paesi colpiti, a cominciare dalla Ue. Ai mercati non resta che festeggiare il caos che si aggiunge al caos, ma basta far soldi e tutti sono contenti. Perciò mercati festeggiano con prudenza lo stop, che aggiunge caos al caos.

C’è anche un trumpiano tra i tre giudici che hanno stabilito come Trump abbia abusao della sua autorità, quando ha invocato l’International Emergency Economic Powers Act del 1977 per dichiarare lo stato di emergenza nazionale e giustificare le tariffe. E i tribunali che gli hanno detto no sono già due. Nel frattempo il rettore di Harvard lo sbeffeggia e chiama a raccolta studenti da tutto il mondo.

Ma siccome in USA coi potenti sono magnanimi la Corte d’Appello di Washington ha “temporaneamente sospeso” il provvedimento, lasciando in vigore le tariffe mentre esamina il caso, che potrebbe arrivare alla Corte Suprema. I dazi – forse non tutti lo sanno, nemmeno nel governo Trump dato lo spaventoso livello di incompetenza di cui il primo re d’America si è circondato – sono stati contestati in almeno sette cause legali, scrive Repubblica, tra cui quella presentata da Victor Schwartz, titolare della Vos Selections di New York, che importa vini italiani. Messo davanti al rischio di fallire dagli aumenti dei prezzi, si è rivolto ai giudici.

Nel frattempo gli scappati di casa al servizio di Trump dicono allegramente che le cose andranno avanti come decidono loro “anche se perdiamo”. L’ignoranza è una brutta bestia e pagheranno il loro ardire temerario. Nel frattempo la faranno pagare al mondo. E dire che c’è chi in Italia va su tutte le reti inneggiando a Trump che “non hai mai scatenato una guerra”. “Perché questa cos’è?” verrebbe da chiedergli se sapessero ragionare con la loro testa e non con lo stipendio che, in quanto prezzolati, ricevono per dire la qualunque.

Nel frattempo infuria la bufera.

 

 

(30 maggio 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 



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