di Giovanna Di Rosa
Vediamo come metteranno insieme le mozioni unitarie? E le manifestazioni unitarie “bandiera d’Europa” in mano (no, io porto quella! no io porto questa! no, io porto la mia) tipo quella del 15 marzo… “Perché non siamo popolo perché siam divisi”, è la parte dell’Inno d’Italia che non si canta mai, ché poi magari ci si rende conto. Insomma, un circo.
La votazione è andata come è andata: ReArm Europe ha ottenuto il via libera con 419 sì, 204 no e 46 astenuti (sia detto come se importasse a qualcuno, una soluzione che ci fa schifo. Ma rischiare di farci sparare addosso da un imperialista – o due – ci fa schifo anche di più). Fratelli d’Italia e Forza Italia votano a favore, la Lega vota contro. I dem si spaccano: 11 astenuti e 10 favorevoli e Alessandro Zan riesce ad andare a Tagadà ad arrampicarsi sugli specchi parlando dell’unità del partito e con Nicola Zingaretti che afferma: “La parola difesa comune non compare mai” – perché l’Italiano è tanto un’opinione, soprattutto quando leggi in inglese. Più articolato il pensiero di Sandro Ruotolo: “Tutti siamo d’accordo nel sostenere il bisogno di un sistema di difesa comune che non vuol dire però consentire ai singoli Stati di riempire i loro arsenali”.
Così il PD, che ufficialmente si astiene, evita di trovarsi sulla stessa barca di Salvini e con lo stesso voto, sarà un risultato anche questo, mentre il M5S vota no (con Conte che balla sul nulla) e AVS che si astiene (ma la maggioranza dei Verdi europei è a favore). Quindi Bruxelles respinge la proposta di Fratelli d’Italia di cambiare nome da ReArm a Defend Europe e secondo noi sarebbe stato opportuno accettare il cambio di nome. Ma noi a Bruxelles non ci siamo.
Una giornata da incorniciare. Poco prima il Parlamento ha approvato una risoluzione (non vincolante, mica vorrete che si prendano un impegno serio) di sostegno a Kyiv. Il testo accoglie con favore la dichiarazione di Gedda sul cessate il fuoco e afferma che l’Ue e i suoi Stati membri sono diventati “i principali alleati strategici di Kyiv” in seguito “all’apparente cambio di posizione degli Stati Uniti” che ha incolpato apertamente “l’Ucraina della guerra in corso”. FdI vede nero (mica sarà un caso), taccia mezzo mondo di commenti “anti-trumpiani” e si astiene perché, è l’accusa, la risoluzione è “contro gli Stati Uniti”. Che fatica l’equilibrismo a buon mercato. Metti che ti si rompa un tacco….
(12 marzo 2025)
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