di Vittorio Lussana
Nel suo inquietante video di risposta alla richiesta di condanna a 6 anni di reclusione da parte del pm di Palermo, Marzia Sabella, durante il processo per il caso Open Arms, Matteo Salvini ha affermato un mucchio di inesattezze, se non delle vere e proprie menzogne.
I reati di cui l’ex ministro degli Interni è accusato sono: sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, per aver impedito, nell’estate del 2019, lo sbarco di 147 migranti dalla nave Open Arms a Lampedusa. Dichiarare di aver “difeso i confini italiani” è, dunque, un concetto depistante: i fatti in giudizio al processo di Palermo non riguardano la tutela dei confini del nostro Paese. E non vi erano elementi per considerare pericoloso lo sbarco dei migranti. Ancora più fuorviante è l’accusa contro “la sinistra” di averlo già condannato o di desiderare la sua condanna: l’unico organo competente nel giudicare i reati dei membri di governo è il Tribunale dei ministri. Ed è stato questo Tribunale a richiedere l’autorizzazione al parlamento, al fine di procedere contro di lui.
In secondo luogo, Salvini sostiene di aver soccorso malati, donne incinte e minori. Tuttavia, secondo i fatti e le stesse dichiarazioni di Salvini innanzi ai giudici, i minori sono stati fatti sbarcare solamente il 18 agosto 2019. Inoltre, Salvini mente riguardo alla data di arrivo della Open Arms in prossimità delle coste italiane: secondo l’attuale ministro delle Infrastrutture e Trasporti, l’imbarcazione sarebbe arrivata davanti alle coste siciliane il 20 agosto 2019, mentre invece la Open Arms era già in prossimità dell’isola di Lampedusa nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2019.
Salvini sostiene che per più di 20 giorni di navigazione nel Mediterraneo, la Open Arms avrebbe trattenuto a bordo “tutti questi clandestini” – che tali non erano, almeno fin quando non fosse scattata la procedura d’identificazione e non venissero raccolte le relative richieste dei rifugiati politici – quando per raggiungere la Spagna sarebbero bastate 72 ore. E afferma anche che l’equipaggio della nave avrebbe rifiutato per ben due volte la richiesta di sbarco nei porti messi a disposizione dal governo spagnolo, il primo dei quali era quello di Algeciras, situato oltre lo stretto di Gibilterra, dunque lontanissimo.
Pertanto, appare più veritiera la ricostruzione fatta dall’equipaggio della Open Arms: sia il porto di Algeciras, sia quello di Minorca, quest’ultimo proposto in quanto porto spagnolo più vicino, risultavano troppo lontani, date le condizioni di emergenza dei migranti recuperati in mare dopo il naufragio avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 agosto. Il porto spagnolo di Minorca, infatti, venne individuato solamente il 18 agosto, quando le condizioni a bordo della Open Arms erano già molto difficili per intraprendere un ulteriore viaggio, che sarebbe durato almeno altri sette giorni. Non c’erano, dunque, le condizioni per navigare in sicurezza, come verificato anche dall’allora pubblico ministero di Agrigento, Luigi Patronaggio, giunto sulla nave al fine di effettuare un controllo circa le condizioni dei migranti.
A questo punto, non resta che prendere atto di un ministro della Repubblica italiana che utilizza la demagogia e la menzogna per ingannare i cittadini, nella convinzione che fare politica significhi essere perennemente in campagna elettorale e avendo, come unica bussola di riferimento, una ricerca del consenso completamente priva di scrupoli. Anche a costo di passare sui cadaveri delle persone e nella più totale indifferenza dei problemi reali dei cittadini. Per non parlare di un’interpretazione del proprio ruolo di governo alquanto astratta e fuori contesto, poiché scarsamente consapevole della complessità dei vari ordinamenti legislativi ai quali un membro dell’esecutivo dovrebbe attenersi.
Qualcuno era solito affermare: “In campagna elettorale, la menzogna non solo è consentita, ma è addirittura necessaria”; la frase testimonia che è quasi necessario sapersi porre dei limiti, anche in merito all’utilizzo della menzogna. Muovendosi cioè all’interno di un contesto ben preciso.
(17 settembre 2024)
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