di Paolo M. Minciotti
Un tribunale russo ha ordinato l’arresto dell’amministratore e del direttore artistico di un bar punto di ritrovo per persone omosessuali con l’accusa di organizzare una “organizzazione estremista” in accordo con la nuova legislazione che mette all’indice le persone omosessuali e l’intera comunità LGBTIQA+. Lo scrive Al Jazeera.
Si ha così la prima notizia in cui ufficialmente si procede alla criminalizzazione di liberi cittadini, ma non in Russia, dopo che l’autarchia post-sovietica che sta mettendo a ferro e fuoco l’Ucraina col sostegno cieco e sordo (ma purtroppo non muto) di troppi sedicenti opinionisti cui viene dato spazio su troppi schermi, ha deciso per la criminalizzazione di quello che con pochissima fantasia definisce il movimento LGBT internazionale intendendolo come destabilizzatore dell’ordine putiniano.
Il tribunale russo ha deciso la misura preventiva della detenzione fino al 18 maggio di amministratore e direttore artistico del locale chiamato Pose bar, nel sud-est della Russia, che rischiano ora dieci anni di prigione per la “promozione di relazioni sessuali non-tradizionali [sic] tra i frequentatori del bar”. La Polizia aveva fatto irruzione nel bar all’inizio di marzo, e le umilianti detenzioni e violazioni dei diritti umani dei frequentatori erano circolate in rete.
(21 marzo 2024)
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