La somministrazione di lavoro è stata regolamentata negli ultimi anni con una serie di leggi ad hoc. I soggetti coinvolti in questo particolare contratto di lavoro sono tre: il somministratore, cioè l’agenzia per il lavoro che funge da intermediario; l’utilizzatore, l’azienda che richiede personale; il lavoratore, che offre i suoi servizi presso terzi ma che viene pagato dall’agenzia per il lavoro.
L’assunzione a sua volta può essere di due tipi: a tempo indeterminato e a tempo determinato. Nel primo caso il contratto non può interessare più del 20% dei dipendenti, mentre nel secondo caso non può superare il 15% dell’organico. L’assunzione a tempo determinato è la più diffusa soprattutto tra le attività che devono far fronte a picchi produttivi, che si verificano generalmente nel periodo estivo, natalizio o durante le festività in generale. Questo contratto può essere prorogato fino ad un massimo di 36 mesi.
Non sempre è però possibile fare ricorso al contratto di somministrazione, ad esempio quando le aziende non sono in regola con la sicurezza sul luogo di lavoro o quando sono state imposte riduzioni orarie o sospensioni. Non possono accedere al lavoro in somministrazione neanche le aziende che vogliono sostituire lavoratori in sciopero o che hanno fatto licenziamenti collettivi nei 6 mesi precedenti.
La somministrazione del lavoro, offerta da agenzie specializzate come Jobtech, è un grande vantaggio per quelle imprese e società che non hanno tempo per ricercare personale. Il recruiting è un’attività secondaria, per quanto importante, che porta via tempo e risorse preziose. Molte aziende preferiscono quindi affidarla a terzi, con la certezza di assumere personale qualificato e dotato dei requisiti necessari per svolgere determinate mansioni.
In questo modo l’azienda può concentrarsi maggiormente sul suo core business, senza disperdere energie nella ricerca e nella selezione del personale, attività che vengono invece gestite con la massima professionalità dalle agenzie per il lavoro.
L’azienda può così contare su personale qualificato e motivato, che ha gli stessi diritti degli altri colleghi che svolgono lo stesso tipo di lavoro, anche se con un contratto diverso. Tra i diritti dei lavoratori assunti con un contratto di somministrazione c’è ad esempio la maternità. Non è infatti possibile licenziare una donna in gravidanza prima della scadenza del contratto a tempo determinato, e non prima che il bimbo abbia compiuto almeno un anno se si tratta di un contratto a tempo indeterminato.
Tra l’altro c’è prima un periodo di prova, durante il quale l’azienda può valutare se il dipendente assunto ha le capacità richieste per svolgere un determinato compito. In caso contrario può tranquillamente licenziarlo senza preavviso e senza giusta causa nel tempo indeterminato. Dopo il periodo di prova invece può esserci il licenziamento solo per giusta causa o per giustificato motivo. Licenziamento che invece non è previsto nel periodo determinato, poiché è già stato stabilito un termine che l’azienda deve rispettare.
(4 marzo 2024)
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