di Vittorio Lussana
E’ inutile continuare a prenderci in giro: le ondate di calore degli ultimi anni sono causate dal riscaldamento globale. E ciò avviene a causa del pesante utilizzo delle fonti fossili: petrolio, carbone e gas.
Il caldo torrido di questi giorni è dovuto all’anticiclone sahariano, che almeno dal 2011 sale al centro del Mediterraneo, al posto dell’alta pressione atlantica, dunque più mite, delle Azzorre. L’intero bacino è sotto l’influenza di una bolla africana statica, che sta colpendo anche la Spagna e la Grecia. Ecco perché si è registrata la settimana più calda della Storia: il pianeta si sta riscaldando e, ovviamente, ci sono queste ondate di calore attualmente sopra di noi, ma che possono colpire anche il nord d’Europa – come capitato l’anno scorso in Inghilterra – sbarrando la strada a qualsiasi corrente proveniente dall’Atlantico.
Non si tratta di una bolla che innalza più di tanto le temperature, ma che aumenta il fastidio percepito. Gli attuali 38 gradi centigradi pesano come se fossero 50, con una sudorazione appiccicosa. Un segnale univoco, dovuto all’effetto serra. Tutto ciò, inoltre, genera conseguenze anche sulle piogge, generando mutamenti climatici repentini in alcune zone, la siccità in altre. L’alluvione in Emilia Romagna del mese scorso è risultato intensificato dal riscaldamento globale, che ha reso statico il normale spostamento delle perturbazioni, insieme alla cementificazione e a una cattiva manutenzione del territorio: caratteristica comune di tutto il nostro Paese. Oltre a ciò, queste temperature record e questa staticità climatica non hanno eguali negli ultimi duecento anni: non c’erano nella prima metà del XIX secolo e le ultime annate sono state le più calde di sempre. Non si tratta più di cicli, che infatti sono molto più lunghi. La ciclicità climatica è sempre esistita, ma quella del passato avveniva per altre ragioni: tempeste solari, l’orbita terrestre, che molte volte è stata più ravvicinata al sole; correnti oceaniche.
Insomma, ci sono alcune ragioni fisiche che determinano i cicli climatici. Cause che, in questa fase storica, non sono segnalate. E questa è la prova migliore che si tratta dell’attività umana, ossia della combustione di petrolio, carbone e gas. Non può trattarsi di cicli naturali: il sole è più tranquillo del solito e la nostra orbita terrestre è stabile. Quindi, queste ondate di calore sono frutto delle emissioni di Co2 nell’atmosfera e dall’effetto-serra che abbiamo generato nel corso dei decenni, punto e basta.
E’ inutile negarlo. Così come è perfettamente inutile constatare un Paese amante del non governo e del non fare mai niente, fino a quando non accadono cataclismi come quelli di Ischia e in Romagna. E possiamo anche andare più indietro: un’annata senza eventi climatici estremi, ormai risale ai primi anni ‘80 del secolo scorso. Ed è altresì evidente, che ci siamo tutti quanti fermati là con la mente, senza riuscire a comprendere che non si può tornare indietro.
Almeno fino a quando non avremo inventato la macchina del tempo.
(21 luglio 2023)
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