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Maternità surrogata reato universale: il delirio giuridico dei pagliacci da circo

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di Vittorio Lussana

Il via libera della commissione Giustizia della Camera dei deputati alla proposta di legge che dichiara la gestazione per altri “reato universale”, è pura propaganda politica. Il divieto di utero surrogato è già in vigore in Italia, all’articolo 12, sesto comma, della legge n. 40 del 2004. Secondo questa norma, un italiano che accede alla gravidanza per altri all’estero, in un Paese dove questa pratica è legale nella sua forma commerciale, al suo rientro in Italia è punibile. Se invece questo stesso reato lo commette un cittadino francese residente qui da noi, al suo rientro non è punibile. Così come non sarebbe punibile un italiano che accede alla gestazione per altri in un Paese in cui questa è perfettamente legale e normata nella sua forma più altruistica e solidale.

In pratica, il disegno di legge che la maggioranza di governo ha predisposto, sprecando tempo e risorse rispetto alle urgenze più attuali, è innanzitutto inapplicabile poiché facilmente impugnabile, in quanto ignora il principio della doppia incriminazione, che è alla base del diritto internazionale. Ovvero: per punire in Italia un reato compiuto in un altro Paese, tale fattispecie dev’essere considerata illecita anche là. I reati considerati universali, come la pedofilia o la stessa guerra, per esempio, sono tali perché la comunità internazionale ha aderito a diverse Convenzioni e Trattati internazionali. Il solo fatto che la maternità surrogata sia regolamentata in alcuni in Paesi, fa crollare questo totalmente supposto “principio di universalità”, evidenziando l’arroganza del centrodestra italiano, che pretende di imporre la propria normativa anche ad altri Stati, violandone la sovranità: siamo di fronte a un vero e proprio delirio di onnipotenza da pagliacci da circo.

In secondo luogo, l’attuale maggioranza di governo, con la sua proposta, indirettamente afferma che, in Italia, debba esistere un solo tipo di famiglia, composta da una donna sana e un marito che possa avere figli: le altre famiglie o vengono punite, oppure non hanno alcun diritto di cittadinanza. Una lesione dello Stato di diritto, che crea un reato apposito per finalità discriminatore. E che potrebbe rappresentare un pericoloso precedente per rendere fuorilegge, per motivi sostanzialmente ideologici, chi non lo era solamente il giorno prima. Un atto totalmente illiberale, che verrà senz’altro spazzato via dalla Corte costituzionale, poiché il nostro ordinamento è laico e non può aderire a una sola e unica filosofia morale, ma al contrario le riconosce tutte e le tutela in un regime di piena libertà di culto. E’ solo la Costituzione, insomma, la fonte superprimaria che può venirci a dire, in base ai suoi principi di solidarietà e d’inclusione, cosa sia giusto e cosa, invece, sia da vietare. E persino quali princìpi siano prioritari rispetto ad altri. La norma giuridica può tranquillamente aderire e sovrapporsi, in alcune fattispecie, alla morale cattolica, ma può anche capitare che ciò non accada. E ci teniamo a sottolineare ulteriormente il concetto ancor più sinteticamente: ma anche no!

L’utero in affitto è già fuorilegge in Italia: rafforzarne le finalità punitive è pura follia giuridica, mossa da un moralismo che crede di poter imporre per legge la propria esclusività culturale e sociale, mentre invece dimostra solamente di professare una forma di settarismo confessionalista, in totale antinomia con il principio di laicità dello Stato. Un concetto ribadito persino dal Concordato del 1984 fra Stato e Chiesa cattolica, firmato da Bettino Craxi e Agostino Casaroli, il quale ha spogliato il cattolicesimo dal proprio status di religione unica, sottoponendolo, insieme a tutte le altre fedi e credenze, a una disciplina basata sulla libertà culto. A dimostrazione dell’ostinato tentativo del centrodestra italiano di volerci riportare nel passato, imponendo la propria triade composta da “Dio, Patria e Famiglia”, negando altres’ l’applicazione corretta della Costituzione italiana, la quale, invece, è di discendenza mazziniana e laica.

In realtà, si dovrebbe cominciare a discutere della cosa opposta. E cioè della gravidanza per altri solidale e di accesso a tutte le tecniche di fecondazione assistita, anche per singoli individui e per coppie dello stesso sesso. Perché l’unico modo di combattere ogni forma di sfruttamento del corpo delle donne e quello di garantire diritti regolamentandoli, non vietandoli. Quella è la via, la verità e la vita.

 

(2 giugno 2023)

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