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Il Nerone dei Parioli

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di Claudio Desirò

Lo psicodramma del terzo polo, iniziato con le evoluzioni umorali altamente variabili di quel suo front man molto poco credibile fin dagli albori, prosegue su quella traccia che in molti avevano preventivato, con un Calenda che da autoproclamato leader di un nuovo “grande centro”, si sta trasformando nel leader di se stesso e del manipolo di adepti che gli rimangono.

A poco a poco, ed ultimamente ad interi gruppi, da quell’Azione che avrebbe dovuto essere traino del gruppo liberale-riformista-popolare-socialiste-qualunquecosa, è in atto un fuggi fuggi generale verso altre realtà, evidentemente più solide, meno leaderistiche, decisamente meno autoritarie nelle scelte.

Dalle prime avvisaglie dei mesi scorsi, con dimissioni di componenti di direttivi regionali e provinciali, si è passati negli ultimi giorni, alle uscite di massa: parlamentari, Consiglieri Regionali, interi gruppi provinciali, compresi i vertici storici di alcune realtà considerate fedelissime del “principino dei Parioli”. Una situazione che sta sfuggendo di mano a chi viene definito come non in grado di costruire un progetto condiviso, ma che lavora unicamente, e cito, “per costruire casa sua”.

Piuttosto che un leader in grado di condurre, un capetto che decide ed impone, a prescindere dalla millantata volontà di creare un progetto condiviso, le cui scelte e le cui esternazioni compulsive si stanno rilevando un autogol che, probabilmente, porterà i gruppi parlamentari a dividersi e quello di Azione, mancante di numeri, a finire nel gruppo misto del Senato. Un’involuzione al ribasso, che ne diminuirà ulteriormente credibilità, autorevolezza e peso politico.

Un peccato per il progetto terzopolista che avrebbe avuto nelle intenzioni un razionale credibile e concreto, sacrificato sull’altare dell’egocentrismo di chi, da sempre, mostra scarsa capacità politica e di visione. Un peccato anche per i tanti che nei territori si sono spesi in prima persona per un contenitore ormai svuotato, ma che mostrano, spostandosi verso Italia Viva e Renzi, che lo spazio ed i contenuti per perseguire una strada concreta esiste. Basta lasciar da parte il populismo dei leader sedicenti anti-populisti.

 

(19 maggio 2023)

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