di Daniele Santi
Matteo Salvini ha deciso di dare una mano al governo Meloni tirato in ballo dal ministro dell’Interno francese con un’uscita che è stata sbugiardata anche dal suo governo – poco prima che scrivessimo questo articolo – rivendicando il suo orgoglio dell’essere amico di Marine Le Pen, e dimenticando di ricordare che fanno parte dello stesso gruppo parlamentare a Bruxelles. Il sostegno a Meloni è stato fatto alla maniera di Salvini: attaccando.
Sono orgoglioso di essere amico di Marine Le Pen e di essere al governo con Giorgia Meloni, e non accetto lezioni sull’immigrazione da chi respinge in Italia donne, bambini e uomini, continuando invece ad ospitare assassini e terroristi che in Italia dovrebbero tornare. pic.twitter.com/8jiUXQxHWw
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) May 4, 2023
Sono cadute nel vuoto così le raccomandazioni, anche del ministro Tajani, a tenere bassi i toni per non incorrere nelle stesse intemperanze verbali di Darmanin che non si è mai fatto scrupoli nell’attaccare Meloni in quanto sodale di Le Pen, quando in Europa le cose non stanno proprio così anche se Darmanin, ex fedele di Sarkozy, accomuna ogni partito di destra nell’estrema destra cercando di apparire più moderato. E non è uno che con quel sorriso può dire ciò che vuole [cit.].
Salvini si tira poi la zappa sui piedi quando parla di un governo, quello francese, che ospita terroristi sul suo territorio respingendo “uomini, donne e bambini” perché la risposta che potrebbe arrivare è quella che almeno non si lasciano morire in mare. E via a un’altra polemica a puro e semplice uso elettorale – ci sono le elezioni europee nel 2024.
(5 maggio 2023)
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