di Paolo M. Minciotti
Poi succede che scopri perché Chiara Ferragni è quella roba lì: si prepara, studia, si applica, insegna a sé stessa, sa di non sapere e per questo impara. E alla fine la vedi e dici: è brava. Vero è che dopo l’introduzione con Andrea Delogu sarei stata brava anche io, ma Ferragni che scrive alla Chiara bambina per raccontarle di quello che succede alle donne in questo mondo di maschi imbecilli che scambiano la violenza col respiro, che si commuove perché scopre la forza del volersi bene al di là di dover piacere a qualcuno non è la Chiara Ferragni che immaginavamo. E alla fine, al di là dell’orrendo vestito con il suo corpo tatuato sopra così perfetto da intravvedersi persino un’ombra all’altezza del pube – a significare forse che per i maschi la vita è tutta lì? – il messaggio della donna che inneggia alle donne potrebbe persino essere arrivato. Con grande godimento dello share che ha avuto punte d’ascolto da parossismo sanremese.
Il monologo era stato preceduto dalla stola bianca con la scritta pensati libera, troppi comunisti in questo Sanremo…
(8 febbraio 2023)
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