di Giancarlo Grassi
La classe lavoratrice che si è rivolta a destra sperando di trovare risposta nella propaganda miracolistica della nuova leader di tutte le destre, rimarrà delusa: subito dopo la notizia che riguardava l’azzeramento dell’Iva su pane e latte, per 12 mesi, ecco la sorpresa sul cuneo fiscale.
Il governo ha infatti reso strutturale la riduzione di due punti già varata dal governo Draghi, ma ha deciso di darne un terzo alle aziende alla faccia dei lavoratori dipendenti che perderanno così tra 62 e 152 euro in busta paga nel giro di un anno. Insomma il governo Meloni toglie toglie 1,2 miliardi dalle tasche dei lavoratori, dalle tavole delle famiglie, per darli alle imprese. Ecco il governo Meloni-Salvini che vi fa uscire dal mondo di Walt Disney.
Siamo quindi all’economia da Robin Hood della Garbatella: togliamo agli operai per dare alle imprese. Del resto si doveva in qualche modo dare il contentino a Bonomi la cui corazzata radiofonica mediatica, la radio di Confindustria della quale Confindustria Bonomi è ancora a capo, non ha risparmiato gli endorsement pre-elettorali, e il cui verbo è sempre stato “due terzi, un terzo” reclamato a gran voce non certo a beneficio della classe lavoratrice. Volevate forse che le destre non gli dessero ascolto? Così ora non resterà che scendere in piazza, immaginiamo Landini e sindacati altri già sul piede di guerra così da verificare sul campo se la legge anti-rave che non contiene la parola rave è davvero contro l’immonda pratica [sic] di andarsi a divertire nei giardini altrui o se nasconde altri obbiettivi, tipo silenziare il dissenso.
Dunque con le bollette alle stelle, l’inflazione reale oltre il 12%, la perdita di potere d’acquisto, la coperta sempre più corta delle famiglie, il governo Meloni che in campagna elettorale ha promesso 180 miliardi di miracoli a debito corre subito a sfrucugliare nelle tasche dei più deboli alla ricerca dei soldi che ha promesso e che non c’erano, non ci sono e non ci saranno.
(19 novembre 2022)
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